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Riflettori accesi sugli altri bond ad alto rischio

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È il caso di Finmatica che ieri ha ceduto il 16,25% a 6,35 euro in un vortice di scambi, scatenato nelle ultime due ore di contrattazioni dopo una lunga sospensione per eccesso di ribasso scattata sin dalle prime battute della seduta. Nelle precedenti tre sedute il titolo ha perso circa il 20% sui timori, dopo l'emissione di un bond convertibile da 55 milioni di euro, di analogie con la vicenda Parmalat. Nè bastata a rassicurare il mercato la dichiarazione della società alla Consob sulla liquidità. A mettere in allarme gli operatori c'è anche il fatto che la Finmatica ha la stessa società di revisione, la Grant Thornton. La speculazione ieri ha colpito anche Impregilo, presente sul mercato dei bond con 675 milioni di euro in scadenza nei prossimi due anni, in calo del 6,83% a 0,4514 euro sui rumor di difficoltà con le banche. Ma non c'è solo Finmatica sotto i riflettori degli investitori. Entro i prossimi due anni arriveranno a scadenza i bond di una decina di titoli per 1,3 miliardi di euro che viaggiano sull'orlo del baratro. Si tratta di aziende che non hanno rating e che per il mercato sono ad alto rischio. Lo spread, ovvero il differenziale di rendimento sui tassi swap, indica che sono titoli altamente speculativi e quindi ad alta pericolosità. È il caso de La Veggia, società produttrice di imballaggi che ha collocato tre anni fa un bond da 100 milioni di euro in scadenza il prossimo 14 novembre. Tra dieci mesi la società dovrà rimborsare ai propri risparmiatori onnligazioni per un valore pari all'intero suo fatturato di fine 2002. A fine 2002 la spa aveva un patrimonio netto di soli 17 milioni di euro, l'8% del passivo, e i debiti erano dieci volte più elevati, 170 milioni di euro dicui 130 a breve. Quindi a meno di una magia nel 2003 che possa aver risollevato la situazione, la scadenza del bond si presenta come una mannaia per la società. C'è poi la situazione della Cerruti (gruppo Finpart) che il prossimo luglio dovrà rimborsare un bond da 200 milioni di euro. La società ha un patrimonio netto di 71 milioni di euro anche se il rosso è migliorato da -547 milioni di euro a fine 2002 a -367 milioni di euro a novembre 2003. L.D.P.

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