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Parte domani il faccia a faccia sul piano industriale

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Un documento ad ampio raggio, quello messo a punto dai consulenti, che inscrive le difficoltà in cui versa la compagnia. La diagnosi, che emerge dal rapporto di Roland Berger il cui titolo recita «Ridisegnare il settore del trasporto aereo», è chiara: l'industria del trasporto aereo in Italia è in forte affanno e non tiene il passo della concorrenza europea. Ad attestarlo è il crollo della quota del traffico interno gestita da Alitalia sceso negli ultimi anni al di sotto del 50%. Un primo allarme, in questo senso, era stato già lanciato dal documento (che si base sulle analisi di Roland Berger) presentato dal viceministro delle Infrastrutture, Mario Tassone, il 29 dicembre scorso a Palazzo Chigi: qui si denunciava, infatti, il rischio di autoannichilimento dell'industria nazionale. Alla lente di Roland Berger non sfugge poi l'anomalia che sembra essere tutta italiana e cioè il fatto che aeroporti e compagnie non fanno sistema. Anzi, la peculiare situazione nel nostro Paese, con un sistema aeroportuale fortemente frammentato, crea il terreno propizio per l'avanzata delle low cost. In Italia, crescono gli aeroporti regionali mentre perdono quota i due principali hubs del Paese, Malpensa e Fiumicino. La ripartizione del traffico che, nel 2001, vedeva il 48,9% di passeggeri in partenza dai due scali principali, il 36,39% dei passeggeri in partenza dagli scali con un traffico maggiore a 1,5 milioni di passeggeri e il 14,71% dagli scali inferiori, ha evidenziato nel 2002 una contrazione degli hubs che sono passati al 46,62%, una stabilità degli aeroporti più piccoli, che si sono attestati al 14,15% e l'esplosione degli aeroporti regionali sopra 1,5 milioni di passeggeri che hanno registrato il 39,23%.

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