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Via libera alla Finanziaria pensando alla riforma

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E nel dibattito generale su come riformarla, il presidente del Senato, Marcello Pera, lancia in chiusura dei lavori a Palazzo Madama l'ipotesi di affrontare la questione nell'ambito delle riforme costituzionali che il Senato affronterà a partire da gennaio. Le prime polemiche hanno riguardato la decisione di accompagnare la manovra con il decretone che ne ha garantito il grosso della copertura (13,6 miliardi) con provvedimenti discussi come il condono edilizio; la richiesta, poi, del voto di fiducia sia per il decreto che per il disegno di legge Finanziaria ha moltiplicato le proteste dell'opposizione, suscitato perplessità e obiezioni nella stessa maggioranza e determinato una netta presa di posizione da parte dello stesso presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini. Ma l'attuale procedura parlamentare di approvazione della legge di bilancio non piace a molti del governo, a cominciare dallo stesso premier, Silvio Berlusconi. «Così non si può andare avanti» ha detto il presidente del Consiglio nel corso della conferenza stampa di fine anno. Cinque voti di fiducia complessivi (uno al decretone in Senato e uno alla Camera, tre ai maxiemendamenti con i quali il governo ha sintetizzato la finanziaria a Montecitorio) hanno comunque suscitato critiche e perplessità da parte di Casini, che si era speso per una diversa modalità di approvazione della manovra.

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