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L'Eni si prepara a dire addio alla Ip

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L'operazione potrebbe scattare già entro gennaio con l'invito a presentare le manifestazioni di interesse per una quota o l'intero pacchetto della società. In pista, secondo indiscrezioni, alcuni big stranieri, fra cui la spagnola Repsol, con la quale si potrebbe profilare uno «swap» di stazioni di servizio con un rafforzamento dell'Eni in Spagna. In corsa ci sarebbe anche una cordata tutta italiana di retisti, capeggiata dal presidente di Assopetroli Enrico Risaliti. La decisione di uscire o comunque di scendere in Ip risale all'ultimo Consiglio di dicembre del «cane a sei zampe» e si inserisce nella strategia di ridurre la quota di mercato nella distribuzione dei carburanti nei «tetti» previsti dall'Antitrust e migliorando l'efficienza nel settore. Alla IP fanno riferimento circa tremila impianti, dei quali solo 300 in proprietà e 2.700 con contratti di fornitura. La società è controllata al 100% da Eni attraverso la Divisione Refining and Marketing nata nel gennaio 2003 dall'incorporazione dell'Agip Petroli. Il Piano strategico 2003-2006 dell'Eni prevede infatti la riduzione dal 38 al 30% della quota di mercato nella vendita al dettaglio dei carburanti in Italia, entro il 2006, portando però l'erogato medio per stazione da 1,9 a 2,8 milioni di litri.

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