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di LUIGI FRASCA SESTO record di fila per supereuro, che ieri ha sfondato la resistenza ...

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Sbiadisce in questo modo la possibilità di un ritorno di interesse da parte degli investitori per gli asset denominati in dollari. Dopo aver oscillato nella mattinata sotto la soglia di 1,21, la moneta unica si è impennata in concomitanza con la diffusione del dato sulla disoccupazione Usa, con il relativo tasso calato a novembre al 5,9% contro il 6% di ottobre, ma con il corollario negativo di soli nuovi 57 mila posti di lavoro creati, contro le attese di una quota più alta, tra i 150 mila e i 200 mila. «L'attenzione degli operatori è più che mai impostata sul differenziale dei tassi di interesse tra Usa e Europa» - osserva Jan Faller, di Deutsche Asset Management a New York - e la sensazione del mercato, in presenza di questi dati che segnalano una ripresa economica ancora ad handicap, è che la Fed manterrà i tassi all'1%, contro il 2% di Eurolandia, ancora per un bel pezzo. Si allontana inoltre, notano gli esperti, la possibilità di veder sparire dal comunicato emesso a conclusione dei lavori del Federal Open Market Committee della Fed l'espressione «per un periodo considerevole» riferita al mantenimento dell'attuale livello dei tassi. Discorso inverso per Eurolandia, che già riscuote l'interesse degli investitori con i rendimenti assicurati dagli asset eurodenominati e che potrebbe diventare ancora più attraente, in vista di un rialzo dei tassi che già nel medio termine potrebbe essere deciso dalla Bce. Tutto questo in presenza di segnali di una inflazione sotto controllo e di una crescita che sta riprendendo spinta. Secondo molti analisti, una volta rotta la soglia di 1,2170, le prospettive per l'euro sono di un apprezzamento nel breve fino a 1,25. Nell'ultimo mese l'euro ha guadagnato il 6% sul biglietto verde e il 15% dall'inizio dell'anno. Il dollaro perde quota anche nei confronti dello yen, attestandosi a 107,74 da 108,21 di ieri.

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