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«Sleale la concorrenza dei cinesi in Italia»

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Dietro al traffico di immigrati c'è la Triade, che compra immobili a prezzi d'oro

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Dopo aver passato al setaccio l'attività della mafia russa, il VI Comitato sulle mafie straniere della Commissione parlamentare antimafia ha iniziato un'indagine conoscitiva sulla criminalità cinese nel nostro Paese, partendo da Prato, dove il fenomeno ha assunto una consistenza rilevante, al punto da mettere in ginocchio l'economia locale. Nella città toscana c'è la più alta percentuale al mondo di cinesi rispetto ai residenti (12%, secondo i dati ufficiali, ma di fatto si aggira sul 20%). Successivamente saranno svolte analoghe indagini in altre città italiane in cui la presenza cinese è massiccia, al punto da occupare vaste aree: Roma (si pensi all'Esquilino), Napoli (i Quartieri spagnoli), Milano, Firenze e Torino. Dalle prime indagini è emerso che la presenza cinese nel nostro Paese è controllata da gruppi criminali facenti capo alla Triade. Elementi distintivi di questa comunità sono l'occupazione di intere aree delle città, l'acquisto di unità immobiliari in contanti, senza ricorrere agli istituti di credito come intermediari. Inoltre il prezzo pagato è enormemente superiore al valore di mercato. A spiegare l'attività del Comitato sulle mafie straniere è il coordinatore, il senatore Euprepio Curto (An), che sottolinea la necessità di controlli maggiori, perché «non è tollerabile che in Italia vi siano due leggi, una permissiva, almeno nei fatti, nei confronti delle attività gestite da orientali, e un'altra rigida e piena di vincoli per le attività condotte da italiani». In che senso esistono due leggi? «I controlli nei confronti dei cinesi sono quasi impossibili per la lingua e la difficoltà di accesso nei laboratori (vengono immediatamente chiusi a chiave quando arrivano gli ispettori del lavoro). Anche le pene pecuniarie nei confronti dell'illegalità spesso restano inevase. Si pensi che, dei 9 miliardi di sanzioni in vecchie lire inflitte dall'Istituto nazionale dei previdenza sociale nei confronti di cinesi nell'area di Prato, l'Inps è riuscita a recuperarne solo 14 milioni. A fronte di questa tolleranza verso i cinesi, c'è invece molto rigore nell'applicare le sanzioni nei confronti delle azienda pratesi». Quali le attività principali dei cinesi nell'area di Prato? «Operano soprattutto nel settore della maglieria e delle confenzioni, mentre le aziende locali si occupano prevalentemente della lavorazione dei tessuti». Qual è il tragitto che compiono i cinesi per arrivare il Italia? «Dietro l'immigrazione clandestina c'è la Triade, che dirotta il flusso di cinesi nei Paesi più industrializzati. Chi parte paga metà del viaggio in patria, l'altra metà viene pagata attraverso anni di dura attività lavorativa nel Paese di destinazione. È molto difficile riuscirsi ad affrancare da questa schiavitù. Chi risponde alla Triade non rispetta le regole del mercato, ignora il contratto nazionale di lavoro e agisce con una concorrenza sleale». Da cosa nasce il sospetto che molte attività delle comunità cinesi siano regolate dalla mafia? «L'omertà, il controllo del territorio, il potere di intimidazione, caratteristiche presenti fra le comunità cinesi, sono tipiche dell'associazione mafiosa».

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