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MF, entrano in Genextra (Micheli) Unicredit, Interbanca e Pop. Milano

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Il finanziere che nell'85 finì sotto i riflettori del mondo della finanza per la scalata alla Bi Invest e che ha nel suo backround storie come quella di Finarte, la nascita di Omnitel e il take over di Telecom, ora si lancia in un settore del tutto nuovo, le biotecnologie. Genextra, questo è il nome della società biotech creata da Micheli, sarà il braccio finanziario della ricerca del gene della longevità. E secondo quanto rivela oggi il quotidiano finanziario MF Micheli sarà affiancato oltre che dalla Fondazione da tre banche: UniCredit, Popolare di Milano e Interbanca. Nei giorni scorsi Micheli ha consegnato il dossier contenente il piano ai rappresentanti dei tre istituti. Le banche, che secondo la ricostruzione fatta dal quotidiano finanziario non hanno ancora deciso formalmente, dovrebbero entrare all'interno del 40% riservato ai partner finanziari tra i quali potrebbero entrare anche alcuni grandi nomi dell'imprenditoria italiana. La famiglia Micheli avrà il 25% e il resto dovrebbe essere riservato alla Pargen, una società che avrà il 9% e conterrà altri soci importanti e a un gruppo di professori e ricercatori. Molto spesso le scoperte scientifiche restano nel cassetto per mancanza di finanziamenti. La Genextra si propone proprio di investire nello sviluppo della scoperta del gene p66, fatta quattro anni fa e che rischiava di languire nel laboratorio. Ecco qui risolto quindi il mistero sul futuro di Micheli che dopo aver lasciato la presidenza di e.Biscom di cui conserva il 20%, il tam tam finanziario dava pronto a intraprendere chissà quali scalate dal Corriere della Sera alle Generali. Ma lui era invece in giro per il mondo a studiare i grandi centri di ricerca e il connubio tra finanza e provette. La Genextra parte con un patrimonio di 21 milioni di euro e unisce la ricerca applicata nelle biotecnologie e nella biomedicina all'investimento privato di mercato. Bel capitale è presente anche la Fondazione Umberto Veronesi che si è portato con sè lo scienziato Giuseppe Pelicci che dopo la scoperta del p66 era conteso dai più importanti centri di ricerca. E ora nel capitale entreranno anche le banche. La sfida si fa seria.

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