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Tabacci rilancia: via Nazionale non convince Ci spieghi perché indaga la magistratura

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Se il Governatore avesse ragione, non ci sarebbe l'intervento in corso presso varie procure, perchè sarebbe bastata la normale vigilanza di Via Nazionale e della Consob». Bruno Tabacci, presidente della Commissione Attività Produttive della Camera non usa giri di parole per commentare il documento di Bankitalia che difende il comportamento degli istituti di credito nella vicenda dei Cirio bond. «La Banca d'Italia dice che tutto è stato fatto a regola d'arte ma non è così» afferma Tabacci che non crede nella buona fede degli istituti rispetto al valore effettivo delle obbligazioni cedute ai risparmiatori. «Non credo alla buona fede perchè in questa operazione c'è stata la palese violazione del principio imposto dall'articolo 21 del Testo Unico della Finanza che impone di comportarsi con diligenza e trasparenza nell'interesse dei clienti». Per questo, a giudizio dell'esponente dell'Udc, le banche interessate devono «ricomprare i titoli obbligazionari sui quali hanno lucrato persino commissioni per il collocamento». La difesa delle banche, si scontra poi con il fatto che «nei giorni scorsi il dibattito sul risparmio tradito nel caso Cirio, ha registrato l'intervento autorevole del presidente della Consob, che ha riconosciuto l'assoluta necessità di porvi rimedio. Così come -prosegue Tabacci- vi era stato da parte di autorevoli amministratori di banche, come il dottor Corrado Passera, il riconoscimento che per il futuro si sarebbe dovuto cambiare registro». Intanto i commissari straordinari di Cirio vanno verso la vendita in due blocchi del gruppo (da una parte Cirio e dall'altra Del Monte), mentre la dismissione del complesso aziendale, appare sempre più difficile. Il nodo revocatorie potrebbe essere affrontato soltanto dopo la messa a punto del piano di vendita.

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