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Al Montepaschi braccio di ferro sulla Sgr

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Soci divisi sulla valutazione degli immobili da apportare. Caputi (Caltagirone) riapre il dossier Unipol

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Fra i grandi soci del gruppo bancario Monte dei Paschhi di Siena (Mps) non è sbocciata quell'intesa che era stata vacinata all'indomani delle polemiche sui rapporti fra il gruppo bancario e la Finsoe, la cassaforte della Lega delle cooperative che controlla anche l'Unipol. Ad agitare le acque anche la costituzione materiale della Sgr destinata a lanciare il fondo immobiliare chiuso del gruppo bancario, costituita anche da alcuni grandi azionisti di Mps, come la Fincal 2000 del gruppo romano Caltagirone. Secondo quanto risulta al Tempo i nuovi diassidi fra soci riguardano questa volta proprio la valutazione reale dei cespiti immobiliari da apportare al fondo. E una distanza sensibile sembra registrarsi proprio sulle valutazioni di Massimo Caputi, consigliere Mps per la Fincal 2000- Caltagirone e gli altri grandi soci. Secondo autorevoli fonti senesi proprio per questo motivo Caputi avrebbe riaperto in consiglio di amministrazione il dossier dei rapporti incrociati fra la banca e il gruppo Unipol, che della stesso gruppo è azionista. In questa come in altre recenti occasioni Caltagirone ha mostrato come l'idea del socio dormiente arrivato solo per riscuotere dividendi non sia la filosofia del suo investimento. Così dopo avere evitato di aprire fronti sulle cariche interne al gruppo per lungo tempo, ora il costruttore romano è deciso a chiedere un ruolo di primo piano per Caputi anche in qualche controllata. Secondo fonti senesi l'interesse principale dell'azionista romano sarebbe la presidenza della Ticino assicurazioni, la tradizionale compagnia del gruppo Mps. Naturalmente nessuno esprime in pubblico i dissaporti emersi fra i grandi azionisti, ma numerose indiscrezioni continuano a trapelare dalle parti di Rocca Salimbeni. Ieri il direttore generale del gruppo, Emilio Tonini, ha ostentato tranquillità a margine dei lavori del comitato esecutivo dell'Abi. «Stiamo lavorando alle linee guida del piano industriale», ha spiegato il manager, «ma è una cosa diversa rispetto ai numeri e allo stesso dettaglio del piano industriale». Secondo Tonini questo lavoro finirà verso la metà di novembre, ma non riguarderà l'ipotesi di integrazione con Banca Steinhauslin: «su questo punto ci muoveremo con prudenza», ha sostenuto. Già il giorno prima la banca con una nota ufficiale aveva smentito alcune anticipazioni della stampa sui possibili esuberi che il piano comporterebbe. Si erano ipotizzati tagli di circa 1.700 unità del personale con un risparmio di 175 milioni di euro in tre anni. Secondo Mps invece qualsiasi ipotesi sulla ristrutturazione interna «è tutt'ora in fase di definizione e le iniziative gestionali conseguenti saranno comunque attuate nel rispetto degli accordi stipulati nelle banche del gruppo con le organizzazioni sindacali per l'attivazione, su base volontaria, del fondo di solidarietà. Gli accordi sottoscritti con il sindacato per altro prevedono che a fronte delle uscite di personale ad elevata anzianità avvenga un parziale reintegro di risorse tramite l'immissione di giovani le cui selezioni sono attualmente in svolgimento»

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