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Il posto fisso è dei giovani Tra i 18 e i 35 anni il minor numero di precari

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Man mano che scende l'età si abbassa anche il livello di «precarizzazione» dei neo assunti. «Chi sostiene ancora che la flessibilità contrattuale è lo scotto che le generazioni più giovani devono pagare prima di entrare stabilmente nel mondo del lavoro deve rimettere in discussione questa tesi» afferma una nota dell'Associazione artigiani e piccole imprese Cgia, almeno per quanto è successo nel 2002. Infatti, dalla lettura del risultato emerso dall'elaborazione dell'Ufficio Studi su dati forniti dalla banca dati occupazionale dell'Inail, le cose starebbero diversamente. In pratica il milione e 800 mila circa nuovi assunti nel 2002 con un contratto a tempo determinato sono stati suddivisi per quattro fasce di età e sono stati rapportati sul totale delle assunzioni sempre in corrispondenza della coorte anagrafica. Ebbene, i neoassunti con oltre 50 anni presentano la percentuale più alta di assunzioni a tempo determinato sul totale. Ben 4 su 10 (43,27%) sono stati assunti con un contratto atipico. Nella classe di età tra i 36 e i 50 si abbassa al 34,5%. Si riduce al 29,55% per i giovani tra i 18 e i 35 anni. Raggiunge il livello minimo per la classe di età più bassa: ovvero, quella al di sotto dei 18 anni (24,7%). La media nazionale, invece, si è attestata sul 31,67%. Dichiara il segretario della CGIA di Mestre Giuseppe Bortolussi: «Sono dati estremamente interessanti che vanno, tuttavia, analizzati con molta attenzione. Di sicuro la maggiore flessibilità tra gli over 50 va letta nella difficoltà di questi lavoratori a rientrare nel mercato del lavoro in maniera stabile. Non solo è molto difficile a quell'età trovare una nuova occupazione ma quando la si trova non è nemmeno fissa». Desterebbe minori preoccupazione, invece, secondo Bortolussi, la situazione dei più giovani le cui difficoltà a trovare un posto di lavoro fisso continuerebbero ad esistere, ma in un contesto caratterizzato da un trend di cambiamento. I dati riferiti al 2002 forse costituiscono un'inversione di tendenza. «Soprattutto al Nord e in particolare a Nordest - conclude Giuseppe Bortolussi - il calo demografico e la conseguente diminuzione dell'offerta di lavoro renderà, e lo sta già rendendo adesso in alcuni settori produttivi, sempre più ricercata la forza lavoro più giovane. Ecco perchè sono in forte aumento le assunzioni tra i giovanissimi e con contratti di lavoro a tempo indeterminato».

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