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Consumatori all'attacco, confermato lo sciopero della spesa

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L'Ugl attacca: l'istituto di statistica ha preso l'abitudine di sbagliare. Urso boccia l'aumento delle tariffe

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«Una frazione di percentuale in più, dovuta peraltro ad un motivo tecnico, non genera nè giustifica quella campagna allarmistica da ultima spiaggia che sembra manifestarsi ogni estate». È quanto afferma il viceministro alle Attività produttive, Adolfo Urso. Secondo Urso, inoltre, «restano tuttora valide le previsioni di una riduzione dell'inflazione nell'ultima parte dell'anno. Una riduzione - aggiunge - che deve essere accompagnata e supportata da una forte politica di sviluppo, e va necessariamente realizzata in questa Finanziaria, come An sollecita da tempo, anche attraverso le riforme strutturali che sono necessarie per ridare competitività al sistema imprenditoriale». Quanto al rischio di dover rivedere gli obiettivi economici indicati nel Documento di programmazione economico, Urso invita alla cautela. «A settembre, quando lavoreremo per la Finanziaria, se sarà necessario se avremo ulteriori dati sia per quanto riguarda la crescita che per l'inflazione, decideremo». Urso boccia poi l'ipotesi avanzata dal ministro Lunardi dell'aumento delle tariffe autostradali e ferroviarie: hanno una diretta e immediata incidenza nei comparti produttivi. In allarme invece i sindacati e le associazioni dei consumatori. Paolo Landi (Adiconsum) ha ribadito il rischio di un «autunno a rischio fiammate per l'inflazione» sottolineando che le organizzazioni dei consumatori sono pronte ad una mobilitazione se il Governo procederà all'annunciato aumento delle tariffe dei trasporti. Rosario Trefiletti della Federconsumatori aggiunge che rappresenta un «motivo in più per confermare lo sciopero della spesa del 16 settembre» e ricorda che i consumatori avevano già calcolato come, a causa degli aumenti di prezzi e tariffe, le famiglie italiane avrebbero sborsato 1.380 euro in più da gennaio scorso. E anche i sindacati affilano le armi: «Ogni dato dell'Istat aggrava le responsabilità del governo e la situazione economica del Paese» afferma Marigia Maulucci, segretaria confederale della Cgil, commentando il dato sull'inflazione arrivato inoltre a pochi giorni di distanza dalla rilevazione sul calo della produzione industriale e del pil nel secondo trimestre (-0,1%). Anche Raffaele Bonanni della Cisl sottolinea come occorra ripristinare la politica dei redditi e controllare prezzi e tariffe «ormai lasciate andare totalmente a ruota libera». E Stefano Cetica (Ugl) punta il dito contro l'Istat accusandolo di aver preso l'abitudine di sbagliare e aggiunge «L'inflazione è al galoppo e le retribuzioni non tengono più il passo, con una costante perdita del potere d'acquisto dei salari. Il Partito dei pensionati appare infatti estremamente preoccupato dal carovita: l'aumento dell'inflazione «crea ancora più problemi ai cittadini a bassissimo reddito come i pensionati» e «l'inflazione calcolata dall'Istat - si aggiunge - è ben lontana dall'inflazione reale». Per le organizzazioni degli esercenti interviene Marco Venturi (confesercenti) che sottolinea come l'andamento dell'ortofrutta «è direttamente legato all'andamento atmosferico, alla scarsità di prodotto e al grande caldo che ne fa aumentare la domanda e incide sulla crescita dei prezzi». Venturi sottolinea dunque che «come sempre i prezzi al dettaglio si adeguano soprattutto all'andamento della produzione e delle varie fasi dell'intermediazione. Mentre è difficile pensare di condizionare gli andamenti climatici, si può e si deve intervenire sulle tariffe». L.D.P.

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