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Cirio, campagna del pomodoro verso la soluzione

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Emanuele: su di me non c'è conflitto d'interessi. Ignorata la legge sulle Fondazioni bancarie

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L'altro ieri, mentre i giudici della sezione fallimentare del tribunale civile di Roma depositavano ieri la loro sentenza con la nomina dei commissari giudiziali e il via libera preventivo all'amministrazione straordinaria, la Cirio Del Monte si riuniva con le unioni nazionali dei produttori per sciogliere il nodo fondamentale della campagna del pomodoro. «Le parti si sono impegnate a far convocare i consigli di amministrazione delle organizzazioni dei produttori per iniziare la campagna del pomodoro», ha fatto sapere ieri la Cirio in una nota, aggiungendo che «le parti, tenendo anche conto dell'invito fatto dal Ministro Marzano e dalle istituzioni piacentine, e in virtù delle mutate prospettive, hanno manifestato la loro volontà di iniziare la campagna del pomodoro». Un segnale positivo, fanno sapere alla Cirio, perchè finora la produzione era avviata soltanto nello stabilimento di Caivano, ma non nel Nord del paese e perchè le aziende produttrici avevano fatto sapere di essere pronte a produrre per la concorrenza se le cose con la Cirio non si fossero sbloccate. Con i suoi quasi 500 dipendenti (oltre ai 1.600 lavoratori stagionali), la Cirio Del MOnte Italia, che ha tre stabilimenti principali a Caivano (Napoli), San Polo di Podenzano (Piacenza) e San felice sul Panaro (Modena) è un elemento portante dell'agro-alimentare italiano e la ripresa tempestiva della produzione è uno degli sottolineati dal ministro delle Attività produttive Antonio Marzano fra i presupposti che devono orientare il rilancio della Cirio nella fase dell'amministrazione straordinaria, se questa sarà avviata dai commissari giudiziali. E proprio la ripresa delle trattative per sbloccare la campagna di trasformazione del pomodoro sembra essere un segnale di ottimismo circa la possibilità che la Cirio, come auspicato più volte sempre da Marzano, riesca ad ottenere dalle banche la fideiussione da 12,5 miliardi di euro necessaria per poter riavviare a pieni giri i suoi stabilimenti. Sul fronte legale, dopo il botta e risposta fra tribunale di Roma e Capitalia, si è fatto vivo ieri il presidente della Fondazione cassa di Risparmio di Roma Emmanuele Emanuele, secondo cui la sentenza con cui il colegio giudicante ha ritenuto la sua nomina a commissario giudiziale della Cirio incompatibile con la sua posizione nella Fondazione Cassa di Risparmio di Roma non tiene conto della legge sulle fondazioni e del rapporto marginale esistente fra Fondazione Cassa di risparmio di Roma e Capitalia. «La sentenza della sezione fallimentare - si legge in una nota a nome del professore e avvocato che contiene anche un ringraziamento a Marzano - che ha ritenuto esistere incompatibilità fra la mia figura di presidente della Fondazione cassa di Risparmio di Roma in quanto azionista di Capitalia e la figura di commissario, non ha tenuto in conto nè la legge sulle fondazioni in generale, nè in particolare il rapporto marginale fra fondazione Cassa di Risparmio di Roma e Capitalia, nè da ultimo le mie doti di indipendenza scaturenti dalla mia storia umana e personale».

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