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Tariffe, gli aumenti rinviati a settembre

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La decisione rinviata dopo la pausa estiva. Ancora nodi politici da sciogliere

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La riunione del Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, inizialmente fissata per venerdì prossimo, è stata infatti spostata a fine settembre. Sarà preceduta da una riunione preparatoria, in calendario per il 23 settembre. L'allungamento dei tempi dovrà essere utilizzato per risolvere la questione: sia riguardo alle tariffe autostradali che a quelle ferroviarie ci sono diversità di vedute non solo politiche ma anche tecniche. Non è l'unico capitolo aperto. Anche sulle tariffe Rc auto c'e maretta: il vice presidente dei senatori della Margherita, Roberto Manzione, ha criticato il ministro alle Attività produttive Antonio Marzano. Per Manzione, il ministro si impegnò lo scorso 5 maggio a presentare al governo entro 90 giorni un disegno di legge per l'introduzione della cosiddetta «class action», ossia delle azioni collettive per i consumatori contro le imprese di assicurazione. Ma, ha notato Manzione, i 90 giorni sono trascorsi senza che ci sia traccia del disegno di legge di Marzano. Quanto ai problemi sulle nuove tariffe autostradali, essi riguardano l'equilibrio tra la salvaguardia degli automobilisti e quello della società Autostrade, che, fra l'altro, è quotata in Borsa. Le tariffe hanno un impatto immediato sui ricavi e, dunque, sulla redditività dell'azienda. Per questi motivi il Nars, che è l'organismo tecnico di consulenza che ha elaborato le proposte per il Cipe, sulle quali il Comitato interministeriale è chiamato a decidere, ha formulato due ipotesi, tra loro distinte. La scelta della prima ipotesi avvantaggerebbe Autostrade, con aumenti delle tariffe del 2,4% nel 2004, del 2,18% nel 2005, e del 2,2% nel biennio 2006-2007. La seconda formulazione verrebbe incontro agli utenti: le diminuzioni delle tariffe sarebbero del 3,63% nel 2003, dell'1,06% nel 2004 e dell'1,32% nel triennio 2005-2007. A questo punto, la soluzione sarà di tipo politico. Lo stesso ordine di problema riguarda le decisioni sulle tariffe ferroviarie. Occorre contemperare le esigenze di salvaguardia dei conti delle Ferrovie dello Stato con quelle di non gravare troppo sulle tasche dei viaggiatori, soprattutto in una situazione di economia mondiale in forte affanno. Rimandando la soluzione, il governo si augura che l'estate porti consiglio anche su questo versante. S. Nap.

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