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Cragnotti indagato, accertamenti al via

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Disposte consulenze contabili dalla magistratura. Il finanziere: «Tutto nel rispetto della legge»

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I crediti e i debiti legati alla Cirio, che hanno fatto finire nei guai anche l'ex patron della Lazio Sergio Cragnotti, devono essere depositati sulla scrivania del magistrato romano che ha aperto l'inchiesta sul finanziere. Il pm vuol infatti far luce sull'attività dell'azienda dal '98 ad oggi, ricostruire tutta la situazione amministrativa della Cirio e inoltre verificare il ruolo delle banche che negli scorsi anni avrebbero finanziato il gruppo agroalimentare. Una serie di accertamenti sono stati dunque disposti ieri mattina dal procuratore aggiunto Achille Toro a distanza di pochi giorni dall'iscrizione sul registro degli indagati di Sergio Cragnotti, nei confronti del quale l'alto magistrato ha ipotizzato i reati di falso in bilancio e concorso in truffa. Si tratta di consulenze di natura contabile, bancaria e finanziaria, necessarie, secondo la procura capitolina, per individuare la fondatezza o meno delle presunte irregolarità che avrebbe riscontrato la Consob sul bilancio della Cirio del 2001 approvato nella primavera successiva. «Sono regolari e trasparenti le operazione effettuate dall'ex patron della Lazio Sergio Cragnotti - ha dichiarato l'avvocato Ugo Longo, presidente della società biancoceleste dallo scorso gennaio, che assiste insieme con il professor Franco Coppi il finanziere - il mio cliente respinge tutte le accuse che gli vengono contestate dalla magistratura romana. Le attività finanziarie sono state sempre portate avanti nel rispetto della legge e soprattutto sotto il controllo degli organi di controllo, come la Consob. Attenderemo ora che la procura romana effettui gli accertamenti disposti e in seguito nomineremo anche noi dei consulenti di parte». Per ora sul registro degli indagati risulterebbe esclusivamente il nome di Cragnotti, ma la magistratura sta puntando il dito anche nei confronti degli altri vertici d'allora dell'azienda agroalimentare. L'inchiesta penale ha dunque preso il via alcune settimane fa in seguito alla segnalazione della Consob: l'organo di controllo aveva infatti rilevato presunte irregolarità su 500 milioni di euro di crediti vantati dal gruppo romano verso le società di Cragnotti distribuite nei paradisi fiscali. Denaro che secondo la Consob non era più nelle disponibilità di Sergio Cragnotti, allora alla guida della Cirio. E non solo. A far scattare le indagini sono state anche le denunce presentate da alcuni risparmiatori per la mancata corresponsione di un «bond» da 150 milioni di euro. Sono infatti oltre 140 gli obbligazionisti, assistiti dall'avvocato Angelo Castelli, con studio in Formia, scensi in campo per fare chiarezza sulla vicenda. Le indagini si stanno infine allargando per verificare anche il ruolo delle banche che in passato avrebbero finanziato il gruppo e per accertare la regolarità delle operazioni compiute dall'azienda negli ultimi anni, tra le quali la cessione della multinazionale brasiliane Brombil, per verificare se esistono o meno altre ipotesi di reato da ipotizzare nel fascicolo processuale.

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