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«Alzare l'età pensionabile di almeno 5 anni»

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Dubbi su dismissioni e nuovi strumenti di gestione. Apicella: come vengono gestiti questi soldi pubblici?

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Per riprendere la marcia si deve perciò porre mano a una riforma drastica delle pensioni, innalzando l'età pensionabile di almeno cinque anni e contenere la spesa sanitaria. È la fotografia scattata dalla Corte dei Conti nel giudizio sul rendiconto generale dello stato. Secondo la magistratura contabile serve inoltre quella «rivolta morale» desiderata dalla maggioranza degli italiani con la richiesta di «impegno e giustizia attraverso il rispetto delle regole etiche e giuridiche». Perchè «da almeno otto anni» il nostro paese segue «una costante linea di regresso», sottolinea. Le riforme, come quella del Welfare e fiscale, sembrano andare nella giusta direzione e possono trovare compimento anche con la novità introdotta in termini di copertura dei finanziamenti, dice la Corte, «più dinamica» rispetto al passato. Devono però avere un chiaro tracciato di sostenibilità economica. Il percorso di riordino e la correttezza contabile devono però prima o poi essere messi nero su bianco. E l'occasione, sottolineano i giudici dei conti pubblici, è il prossimo Dpef. Che potrà essere il parametro di riferimento per questo percorso indicandone sostenibilità e copertura. «Un compito arduo» riconosce il presidente di sezione Manin Carabba. Nel suo ruolo di procuratore generale Vincenzo Apicella lancia un allarme anche su alcuni aspetti relativi alle innovazioni introdotte dal Tesoro. «Tutte queste dismissioni e questi nuovi strumenti di gestione mi preoccupano», dice quasi a voler sottolineare un proprio convincimento. Perchè, aggiunge, «non rispondono ancora ad essenziali criteri di amministrazione dei conti pubblici». «Questi soldi sono pubblici - afferma - ma come vengono gestiti? Io non lo so. Ci sono controlli vaghi ed eventuali che sconfinano nella vigilanza, ma non c'è nessuna responsabilità». Il riferimento è sia a Infrastrutture e Patrimonio Spa sia alla nuova contabilità prevista per l'Anas, che pone tutti questi enti riformati o creati ex novo fuori dal controllo della Corte dei Conti. La lamentata lentezza con cui si è provveduto a inventariare i beni da dismettere quasi quasi non è un male, dice Apicella. «Comporterà qualche ritardo nelle finalità del piano, ma eviterà di concentrare tutti su un anno i benefici attesi». Più nel dettaglio il procuratore della magistratura contabile svolge un esame sui principali aspetti della vita pubblica. «Occorre alzare, almeno con serrata gradualità, il tetto del pensionamento di almeno 5 anni, con la sola esclusione per le attività usuranti e per i casi di invalidità; ciò inizialmente in forma volontaria, attraverso l'introduzione di un sistema di incentivi e di disincentivi». Tra tante voci critiche nei confronti della pubblica amministrazione arriva poi la difesa di alcuni aspetti del pubblico impiego da parte di Apicella. Il contenimento delle funzioni e degli organici della pubblica amministrazione ha prodotto «un qualche, peraltro modesto, risultato sul bilancio» ma dall'altro ha determinato, secondo Apicella, l'avvio di un altro filone di spesa, quello relativo al cosiddetto «acquisto sul mercato di servizi in passato svolti dalle pubbliche strutture». E siccome questa dismissione all'esterno di servizi e funzioni è estremamente costosa ricade sul cittadino mentre l'organizzazione complessiva del lavoro fa in modo che «in sostanza, dispiace dirlo, il pubblico impiego ha subito un processo di travetizzazione e persino di precarietà».

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