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Reversibilità, le regole e chi ne può usufruire

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Diversa è la situazione in caso di morte di assicurato, non ancora titolare di pensione; affinché i familiari superstiti possano beneficiare della pensione è necessario che risultino perfezionati determinati requisiti: · almeno 15 anni di contributi versati in tutta la vita assicurativa; · in alternativa che siano stati versati almeno 5 anni di contributi di cui almeno 3 nel quinquennio precedente la data della morte. Vediamo chi sono i beneficiari della pensione. Il coniuge Il diritto del coniuge superstite è automatico. Infatti basta essere coniuge per avere diritto alla pensione. L'unico problema è che dal 1° gennaio 1996 (legge di riforma del sistema pensionistico) la pensione è legata al reddito. Più il reddito aumenta più si riduce la pensione. Il diritto alla pensione non si perde anche nel caso di separazione o di divorzio. In caso di separazione la pensione spetta comunque. Se però il coniuge è separato con "addebito" cioè per colpa, può ottenere la pensione ai superstiti solo se è titolare di assegno alimentare stabilito dal Tribunale. Coniuge divorziato La pensione spetta anche al coniuge divorziato. Si possono presentare due situazioni. Non esiste il coniuge superstite Se il defunto non si era risposato, il divorziato ha diritto alla pensione in presenza delle seguenti condizioni: · deve essere titolare di assegno di divorzio; · non deve essersi risposato; · l'inizio dell'assicurazione del deceduto deve essere antecedente la data della sentenza di divorzio; · il deceduto deve aver maturato i requisiti per la pensione o essere già titolare di pensione alla data della morte. Coniuge superstite Se il defunto si era risposato la situazione è un po' più complicata. L'INPS non paga automaticamente la pensione, ma deve attendere una specifica sentenza del Tribunale che "divide" la pensione tra i due interessati (coniuge ed ex coniuge) in proporzione alla durata del matrimonio di ciascuno. La Corte Costituzionale, a tale proposito, si è pronunciata qualche anno fa mettendo in chiaro la delicata questione. Ha stabilito che il criterio della durata temporale dei due matrimoni per calcolare la quota proporzionale di pensione spettante al coniuge superstite e all'ex coniuge, non è l'unico criterio che il tribunale deve seguire. Il giudice, infatti, deve valutare anche altri importanti elementi quali la posizione economica del coniuge divorziato e quella del coniuge superstite per poter effettuare un'equa ripartizione. Inoltre, con una recente sentenza, la Corte di Cassazione ha stabilito che, per valutare la quota di pensione spettante a ciascuno, occorre tenere conto anche di eventuali periodi di convivenza prima del matrimonio. Figli Hanno diritto alla pensione gli orfani a determinate condizioni. La pensione è riconosciuta in favore non solo dei figli legittimi o legittimati ma anche per quelli adottivi e affiliati; quelli naturali riconosciuti o giudizialmente dichiarati; i figli naturali non riconoscibili quando nei loro confronti il genitore era tenuto al mantenimento o agli alimenti in base a sentenza, nonché i non riconoscibili che hanno ottenuto l'assegno vitalizio; i minori regolarmente affidati; i figli nati da precedente matrimonio del coniuge del deceduto; i figli riconosciuti o giudizialmente dichiarati. Due sono i requisiti da tenere presente per capire veramente a chi spetta la pensione: l'età e il reddito. I figli minori (fino a 18 anni) hanno sempre diritto alla pensione. I figli maggiori ne hanno diritto alle seguenti condizioni: · se di età tra i 18 e i 21 anni debbono frequentare una scuola professionale o media; · se di età superiore ai 21 anni e per un massimo di 26 devono frequentare l'Università; · se di età superiore ai 18

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