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Le pensioni d'annata aspettano l'aggancio alle retribuzioni

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La Consulta dei pensionati, infatti, ha promosso ieri mattina all'Hotel Nazionale un incontro con la ferma convinzione di dare voce a 18 milioni di famiglie di ceto medio, in gran parte pensionati, che troppo spesso si trovano ad affrontare la vita al limite della sopravvivenza. Alla manifestazione, cui hanno preso parte numerosi pensionati in maniera appassionata e vivace, è intervenuta una folta schiera di personalità tra cui Alfredo Biondi, vicepresidente della Camera dei Deputati, Filippo de Jorio, coordinatore nazionale della Consulta, Mario Raccagna, Giuseppe Polini, i generali Paolo Palmieri e Pietro Di Marco, la prof. Elena Santinelli Girardi, la dott.ssa Clorinda Bonifaci e Augusto Giordano. «Considerato che il reddito dei pensionati - ha spiegato l'onorevole Biondi - sta subendo una progressiva erosione in quanto l'andamento dei prezzi relativo ai consumi tipici dei pensionati e delle loro famiglie è sostanzialmente superiore a quello registrato dagli indici dell'Istat sul costo della vita, sottolineato che questo fenomeno dipende anche dal totale sganciamento delle pensioni dall'andamento delle retribuzioni di chi è attualmente in servizio, durante la discussione dell'ultima legge Finanziaria abbiamo, insieme ai colleghi Nan, Rosso e Costa, con un ordine del giorno, impegnato il Governo a prevedere, nei limiti consentiti dai vincoli di bilancio, forme di rivalutazione dei trattamenti pensionistici parzialmente collegate con la dinamica della retribuzione dei lavoratori». È il rispetto dell'ordine del giorno di cui ha parlato Biondi, insomma, il primo fondamento di una rinnovata fiducia tra pensionati e istituzioni. Se, d'altra parte, l'ordine del giorno è stato approvato all'unanimità, significa che allora c'era un sentimento comune sulla questione delle pensioni che oggi gli stessi pensionati chiedono di rispettare. Non per lamentarsi ma per sensibilizzare lo Stato alla tutela dell'articolo 36 della Costituzione che parla del diritto ad una esistenza dignitosa per se e per la propria famiglia. «La legge delega su questa materia deve trovare il suo sbocco nei decreti delegati - ha detto l'avvocato Filippo de Jorio - Il progresso scientifico ha dato sicuramente più anni alla vita e più vita agli anni e questa tendenza è destinata a incrementarsi. È necessario quindi guardare realisticamente alla questione delle pensioni stabilendo un raccordo percentuale fisso tra queste e le retribuzioni dei lavoratori di servizio. Il Governo non può non tenere conto del voto della Camera e non può perdere la buona occasione della legge delega per modificare quelle parti non accettabili socialmente e giuridicamente della riforma Dini, legata ai calcoli dell'Istat, troppo spesso inattendibili». I pensionati, dunque, sono pronti a collaborare ma non a subire. Il documento redatto dalla Consulta, infatti, ha lo scopo di sollecitare il governo a rispettare gli impegni, partendo dalla discussione relativa alla L.335/95 e dalla ridefinizione di quelle ingiustizie che penalizzano i pensionati come il balzello sui superstiti in violazione dell'art.53 o, ha ricordato ancora De Jorio, «l'irragionevole applicazione del regime dei cumuli».

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