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Le Borse incassano i dividendi della pace Ripartono gli acquisti

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C'è da dire, che superata la fas iniziale di attesa e l'altalena degli indici influenzati dall'andamento delle operazioni militari, alla fine la pace non ha deluso le aspettative delle piazze azionare che hanno incasssato una sorta dividendo straordinario, annullando in buona parte le perdite pregresse. Lasciata alle spalle l'incertezza dei primi mesi dell'anno (dominati appunto dallo scontro diplomatico e politico sul conflitto iracheno) e passati senza troppi danni attraverso le turbolenze derivanti dall'andamento delle operazioni militari, i mercati hanno così archiviato dall'inizio delle ostilità, il 20 marzo scorso, guadagni consistenti con la capofila Francoforte che ha messo a segno un rialzo di oltre l'11%, mentre Londra è salita del 3,28% e l'indice dei titoli guida europeo Stoxx 600 è salito del 3,44% recuperando 150 miliardi di capitalizzazione. Minore la crescita degli statunitensi Dow Jones (+0,62%) e del Nasdaq (+1,62%) che tuttavia avevano iniziato più cinicamente la corsa il 17 marzo quando Usa, Gran Bretagna e Spagna avevano ritirato la risoluzione all'Onu, chiudendo la strada all'ultima opzione diplomatica e aprendo quella militare. Piazza Affari da inizio del mese ha guadagnato il 9,17 e dall'inizio della guerra il 6,52. La breve durata della guerra, le ridotte perdite militari e civili e il mancato scoppio di quell'incendio del Medio Oriente paventato da molti osservatori e analisti, ha causato poi la scomparsa dei timori dei mercati, dando ragione a coloro che vedevano nella vittoria degli Alleati in Iraq, il preludio di una ripresa dei listini. Tolto l'elmetto, gli investitori sono così tornati ad argomenti a loro più consoni come l'analisi dei bilanci societari. La fine del conflitto iracheno è infatti coinciso con la diffusione dei risultati trimestrali su entrambe le sponde dell'Oceano che, secondo gli analisti, sono risultati complessivamente superiori alle attese. Resta ancora incerto invece il quadro macroeconomico mentre, secondo gli osservatori più critici, sul mercato si nota ancora l'assenza di denaro fresco e permane una forte volatilità, dove la speculazione gioca un ruolo di primaria importanza. Tornando a quel poco che offre l'attualità di giornata c'è da registrare una seduta positiva per la Borsa nipponica (che nei giorni scorsi aveva invece toccato minimi storici) sulla scia della chiusura di Wall Street rinfrancata dai dati trimestrali di alcuni colossi, come Nokia. Il Nikkei ha chiuso ieri in rialzo dello 0,67%. L'indice dei 225 titoli guida, è salito a 7.874,51 punti, 52,61 più della chiusura di ieri. Per quanto riguarda l'euro ripiega dopo i guadagni degli ultimi giorni, non riuscendo a risalire ieri oltre la soglia di 1,09 dollari toccata mercoledì e mantenuta per quasi tutta la giornata di giovedì. La moneta unica si era deprezzata in concomitanza con la ripresa di Wall Street e del dollaro, «riossigenati» dal dato sull'indice Fed di Philadelphia, diminuito di 8,8 punti, un calo inferiore rispetto alle previsioni di -10 punti.

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