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Montalbano salva l'Italia

Il Commissario restituisce un'idea di Paese popolare e intelligente

Pietrangelo Buttafuoco
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Con Sanremo, tutti davanti alla tivù. È il pop. Con la campagna elettorale, tutti guardano la tivù. È la politica. Oggi però c'è Montalbano su Rai1 e si prende anche quelli che non stanno davanti alla tivù. Berlusconi è perfetto per l'Ariston, certo. Figurarsi Beppe Grillo. A Renzi non resta che il ruolo di Cavallo Pazzo – interrompere e sparire – ma solo Montalbano, frutto dell'ingegno di Andrea Camilleri, restituisce un'idea d'Italia popolare e intelligente. Il Commissario c'è da ventun anni. Trentadue puntate acclamate dal popolo. E nessuno vuole rotti i cabbasisi. Senza il sontuoso Fiorello, senza la gigantesca Franca Leosini, Sanremo è una lagna cariata. La campagna elettorale, poi, è solo un apostrofo bieco tra le parole d'odio. Ma in una botta sola, Montalbano, arresta la narcosi del Festival dei Fiori e la nevrosi della politica. Tutti i botulini di Claudio Baglioni si sgonfiano. La guerra civile d'Italia per un poco si spegne. Con Vigata – a Scicli – mangiando davanti al mare tutto lo schifìo finisce e il bipolarismo che urge è solo nuno. Intelligente e popolare: arancino o arancina?

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