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La Mecca e il Duce

Matteo Salvini

Pietrangelo Buttafuoco
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L'antifascismo dilaga. E antifascista sfegatato deve essere Matteo Salvini. Il leader della Lega, infatti, tra i miasmi della campagna elettorale, si dice favorevole alla Nato e da Umbertide – dove si trova adesso – lancia la sua guerra all'islam italiano: chiusura di tutti i locali destinati al culto. Giovanni Minoli che lo intervista dice che l'Italia deve restare nella Nato. E il sovranismo quindi gli funziona anche quando l'Europa collassa di sfollati in fuga dalle “primavere arabe” apparecchiate apposta dagli americani. Al Bar Sport che attende il verbo, poi, Salvini getta l'osso dell'islamofobia nel solco delle Hillary Clinton e dei Donald Trump, su questo tema sempre uniti: l'annientamento del “fascismo islamico”. In assenza di Urss contro cui combattere ci sono solo Vladimir Putin e il suo consigliere culturale, Alexander Dugin, fascista dichiarato. In presenza dell'islam, Salvini avrà di certo letto quel che scrive il Popolo d'Italia di Benito Mussolini: «Pellegrinaggio a Mecca; nonostante lo stato di guerra il governo dispone un apparecchio civile per aiutare i cittadini musulmani a realizzare il loro sacro dovere».

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