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Carmen Russo show: "La mia famiglia da reality"

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La showgirl genovese racconta la sua ultima sfida tv: "Io, Enzo Paolo e la piccola Maria come Casa Vianello"

Davide Di Santo
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Il linguaggio è quello della docu-soap all'americana in stile «Al passo con i Kardashian» ma il vero punto di riferimento sono loro: Sandra e Raimondo. Già, perché Carmen Russo ed Enzo Paolo Turchi – coppia inossidabile nella vita e nello spettacolo - stanno lavorando a un reality formato famiglia insieme alla loro Maria, la bambina avuta sei anni fa. «Tutti ci vedono così, affiatati e brillanti. Allora abbiamo pensato di raccontare con un pizzico di ironia la nostra vita familiare attraverso il linguaggio del reality. Il progetto è ancora in divenire ma dopo Casa Vianello potrebbe arrivare Casa Turchi-Russo! In fondo l'hanno fatto i Kardashian, famosi per essere famosi. Almeno io ed Enzo Paolo abbiamo un mestiere», racconta Carmen Russo. Come è cambiata la sua vita con la nascita di Maria? «Tantissimo, a partire dalle piccole cose. Per accompagnarla a scuola mi sveglio alle sei e mezza e questo mi ha permesso di guadagnare due ore di vita al giorno. Vuole sapere se le piace la danza? Ama il nuoto, cantare, suonare la chitarra e la batteria. Noi l'aiuteremo a trovare la sua strada, senza forzarla. Vedo nella nostra accademia di danza a Palermo tante mamme che proiettano aspirazioni e fallimenti nella vita dei figli. E non va bene». A scuola com'è il rapporto con le altre mamme? La differenza di età crea qualche disagio? «Bisognerebbe chiederlo a loro ma per quanto mi riguarda no. Anzi, c'è un bel rapporto con tutte. E poi non dimostro affatto l'età che ho! Recentemente ho scoperto il mondo dei social: deve vedere che bei commenti che ci lasciano quando postiamo video e foto con Maria. Inizialmente quando si è saputo che sarei diventata mamma a 53 anni molti erano perplessi. Oggi si sono ricreduto tutti». La sua carriera inizia da giovanissima, con i concorsi di bellezza. I suoi erano d'accordo? «Certo, perché ero una ragazzina esemplare: mai stata bocciata o rimandata. A miss Liguria (vinse la fascia nel '74. L'anno successivo fu scartata a Miss Italia perché troppo giovane, ndr) mi accompagnò mia mamma, avevo 14 anni». Prima della tv tanto cinema. Anche con incontri importanti. «Iniziai con “Di che segno sei?”, film a episodi con Paolo Villaggio, genovese come me. Una particina, per carità: interpretavo una ragazza che scendeva una lunga scalinata attirando le attenzioni moleste degli uomini. Mi bastò per capire che quello era il mio mondo. Paolo, uomo fantastico e generosissimo, mi disse: “Finisci la scuola e vieni a Roma, proverò a darti una mano”. Così feci, e lui fu di parola. In quegli anni ho girato moltissime commedie con attori del calibro di Renzo Montagnani, Lino Banfi, Johnny Dorelli, Renato Pozzetto, Adriano Celentano, Alvaro Vitali, Franchi e Ingrassia...». Nel curriculum anche “La città delle donne di Fellini”. Ne va orgogliosa? «Accidenti! Appaio per quindici secondi, ma è stata un'esperienza impagabile. Fellini aveva una memoria fotografica, nel marasma del set notava se c'era un'acconciatura o un trucco leggermente diversi rispetto a una posa precedente. Impressionante. Altra grande esperienza, a 19 anni, è stata recitare a teatro con Walter Chiari nella commedia “Hai mai provato con l'acqua calda?”. Nel varietà Grand Hotel poi ho avuto l'opportunità di lavorare con veri e propri mostri sacri come Alain Delon e Tony Curtis». Si dice che Delon in quell'occasione ci provò... «Non è che ci provò, ma fu galante. E come si fa a non rimanere colpiti dal suo fascino? Ma c'era già Enzo Paolo...». «Drive In» le portò una popolarità enorme. Quando capì di essere diventata un sex symbol? «Dopo la prima puntata. Avevo fatto due spettacoli al Bagaglino, i film e la ballerina in tv e quindi ero piuttosto conosciuta. Ma da quel giorno tutto cambiò: non potevo girare per strada. Anche Enzo Paolo era molto popolare, e vivemmo tutto con leggerezza e senza ansie. Anche perché io vivo due vite. Sul palco o davanti alla telecamera sono una tigre, ma nel privato amo la tranquillità. Una bomba sexy, come si diceva una volta, ma che a casa infila le pantofole».

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