Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Maurizio Costanzo: la bomba, il Papa e la De Filippi. Poi asfalta la sinistra

Giada Oricchio
  • a
  • a
  • a

Piero Chiambretti intervista Maurizio Costanzo a “#CR4, La Repubblica delle donne”: dall'attentato di Via Fauro allo stato di salute (precaria) della politica italiana, dalla mancanza dei genitori fino a Totti. Maurizio Costanzo racconta i cruciali anni ‘90 attraverso il libro “Il tritolo e le rose”, svela qual è la grande capacità di Matteo Salvini e annichilisce il PD: “Se ci fosse la sinistra applaudirei”. In collegamento telefonico la moglie Maria De Filippi: “E' il mio compleanno, stasera niente gelato, c'è la torta”. Maurizio Costanzo e l'attentato L'intervista di Piero Chiambretti è stata un tributo al decano del giornalismo italiano con un linguaggio semplice e diretto, scorrevole e intenso. Chiambretti ha scavato con cura negli archivi Mediaset e ha mandato in onda gli stralci più originali e significativi della carriera del maestro del giornalismo italiano. Piero è nato sul palco del Teatro Parioli e lo ricorda volentieri, ma la prima domanda è sull'attentato: “Quella sera, il mio autista mi disse ‘le spiace se non vengo?' e chiamai un altro con un'altra macchina, gli attentatori ebbero un attimo di sorpresa, avevamo appena girato l'angolo di Via Fauro quando esplose la bomba. Mi salvai io, Maria, l'autista e il cane. Io avevo innescato questa cosa perché bruciai la maglietta della mafia (mostrano il filmato, nda) e ospitavo spesso il giudice Falcone, nel gioco di guardia e ladri mi è andata bene. Dopo di me ci sono stati altri attentati, poi il silenzio. Io sostengo che quando la mafia è silente sta facendo affari con parti deviate dello Stato. Però dico anche che ieri le forze dell'ordine hanno arrestato 46 mafiosi e quello che ritengono essere il successore di Riina”. Costanzo aggiunge particolari sconosciuti sull'attentato fallito: “A me risulta dai magistrati che i mafiosi cercarono prima di fare l'attentato al Parioli, venne perfino Messina Denaro a verificare la situazione, poi tra Corleonesi e gli altri vinsero gli altri. I Corleonesi mi volevano far fuori con sventagliata di mitra. Mi seguivano, stavano spesso a Via Veneto, i magistrati mi mostrarono anche gli scontrini degli abiti che avevano comprato, ma in Via Veneto trovavano solo Arbore, una volta mi seguirono pensando che andassi a casa e invece, ironia del destino, andai a trovare il Ministro Scotti che aveva la camionetta della polizia sotto casa. Pensando che fosse casa mia, dissero che non si poteva fare”. Chiambretti domanda: “La mafia non dimentica, hai paura?”, “Hanno una memoria da elefante è vero. Io continuo a fare il giornalista, loro i mafiosi, ognuno fa il lavoro suo”. Il conduttore approfondisce: “Perché la mafia attaccò te e non Santoro?”, “Perché io ho insistito, la goccia che ha fatto traboccare il vaso fu l'intervista alla suocera di Bontate e in onda provai a farla pentire. Fu Totò Riina a condannarmi a morte dicendo ‘questo Costanzo mi ha rotto i coglioni'. Il processo si tenne a Firenze e guardai i killer negli occhi solo per un minuto, pensai che io ero libero e loro dietro le sbarre e non li guardai più”. Chiambretti gli mostra l'intervento negazionista di Salvatore Cuffaro al “Maurizio Costanzo Show” (successivamente divenne presidente della Regione Sicilia ed è stato condannato a 7 anni di galera per favoreggiamento personale verso persone appartenenti a Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio, nda) e il giornalista: “Saluto Santoro, mio grande compagno di avventure in quelle puntate. Io finsi di sbagliare il cognome e lo chiamai Puffaro, da Puffo”. Costanzo conferma anche la promessa della moglie Maria De Filippi al padre: “Non è mai più salita in auto con me, prendiamo due macchine diverse. Glielo giurò e così fa da 20 anni”. Chiambretti chiede: “Rifaresti tutto quello che hai fatto?”, “Non lo so, sinceramente non lo so. Mi sembrerebbe di dare un calcio al destino, ma penso che un giornalista che denunci ci deve essere sempre”. Maurizio Costanzo e Maria De Filippi In collegamento telefonico interviene l'altra metà di King Maury, Queen Mary che oggi compie gli anni: “Stasera c'è la torta, il Mont Blanc, ma Maurizio non lo sa”, Alfonso Signorini vorrebbe sapere cosa le ha regalato e il giornalista: “Non lo dico a te Alfonso”. Chiambretti ricorda: “Vi siete sposati nel 1995. Il vostro primo incontro a Venezia nella città degli innamorati, come ti ha conquistato?” e la De Filippi: “Con la parola, con la costanza, con la presenza, con l'essere un punto fermo nella mia vita. Piero, io non sono mai venuta da te perché ho paura. Verrò ma devi essere buonissimo” e Costanzo: “Nel 2020 saranno nozze d'argento, mi sono sposato quattro volte e lei è l'unica”. Indimenticabile resterà la dedica di Cristiano Malgioglio, in vestaglia giallo ape maia, che si alza e canta a Maria “Happy Birthday”con l'accento di una Marylin Monroe di borgata. Alfonso Signorini ascolta e prende la parola: “Non amo i colleghi e non sono riamato, ma di questo me ne faccio un vanto, io riconosco un solo maestro ed è Maurizio Costanzo”. Maurizio Costanzo, le tartarughe e Mina L'intervista cambia registro con Chiambretti che indaga sull'importanza delle tartarughe e Costanzo con raffinata ironia: “Va piano, arriva e campa molto, ti pare poco?”. E sull'origine della canzone “Se Telefonando”, Costanzo rammenta: “Fummo invitati ad andare in Via Teulada, c'erano Morricone e Mina, Morricone si mise al piano a suonare “Se telefonando”, lei senza saperla la cantò subito e pensai di essere in un santuario”. Maurizio Costanzo e i millenials Il giornalista ha un pensiero per Sandro Mayer: “Gli ho voluto molto bene e so che mi mancherà molto, ho perso un amico” e alla domanda se siano meglio o peggio questi anni o gli anni '90 risponde: “Questi sono più modesti, meno punte, meno eccessi nel bene e nel male, c'è meno tensione. Non so se sia meglio o peggio. Negli anni '90 è successo di tutto e di più”. Maurizio Costanzo, D'Alema, Berlusconi, Salvini e la sinistra che non c'è Costanzo ha numerosi aneddoti su Silvio Berlusconi: “Diceva: ‘lo so che Maurizio è vicino a D'Alema, io spero che mi dica qualcosa che gli dice D'Alema'. Non credo sia cambiato. Quando nacque Canale 5, scritturò me, Sandra e Raimondo, Mike Bongiorno e Corrado, la nascita di questo nuovo canale fu un'avventura straordinaria, poi ci convocò ad Arcore e ci informò che scendeva in politica. Io a tu per tu gli dissi ‘non ti voterò mai, ma non ti attaccherò mai' e così è sempre stato”. Signorini rivela: “Berlusconi voleva che si tagliasse i baffi, è l'unico che ha resistito”, “Beh perché mi doveva rompere? O mi prendeva così o niente”. Chiambretti lo stuzzica sull'attuale stato di salute della politica italiana: “Salvini ha la grande dote di saper dire alla gente quello che vuol sentirsi dire. Se ci fosse la sinistra mi alzerei in piedi e applaudirei”, “Non c'è?” e Costanzo riconosce: “Beh poco, mi sento di dire che c'è meno”. Maurizio Costanzo e l'intervista al Papa Non è un segreto che il conduttore voglia intervistare Papa Francesco: “Il Pontefice ha nel suo ufficio una mia richiesta vediamo chi arriva prima tra me, Bruno Vespa e Fabio Fazio”, poi si complimenta con Chiambretti: “Mi sono dato dei pizzichi per capire se sono vivo e mi stai ricordando cosa ho fatto o sono morto. È la più bella ricostruzione che mi hanno dedicato, te lo voglio dire”. Maurizio Costanzo, il calcio e Francesco Totti Chiambretti lo stuzzica: “Cosa pensi della Var e sei orfano di Totti?” e quello: “Penso malissimo della Var e male degli arbitri, contro l'Inter non hanno dato alla Roma un gol scritto. Totti mi manca moltissimo, mi hai portato su un terreno minato”. Ride di gusto nel vedere un RVM in cui un giovane Totti racconta una barzelletta tratta dal suo primo libro al MCS. Maurizio Costanzo e il rapporto con Dio “Non sono un credente e me ne dispiaccio – conferma con una punta di rammarico Costanzo -. Sono figlio unico e avendo perso papà a 20 anni e mamma pochi anni dopo penso che la cosa più bella che mi possa accadere è rincontrarli. So che può sembrare strano per uno che non crede”. Maurizio Costanzo, Carmelo Bene e Alberto Sordi Costanzo guarda la clip di Carmelo Bene al Parioli: “Carmelo Bene? Ci facevano le tesi all'Università. Lo amavo molto, veniva in televisione solo da me e Aldo Biscardi, era pugliese e quando è morto, io che non mi muovo volentieri, sono andato a Otranto a rendergli omaggio. Rimarrà sempre nel mio cuore” e su Alberto Sordi che gli consegnò il sesto Telegatto: “Allora, sono stato amico di Sordi e Gassman. Alberto mi invitò a casa sua, una villa nel centro storico di Roma con piscina. Eravamo a bordo piscina, si girò verso di me e disse ‘a volte mi domando ma che ca**o me la sono fatta a fa'?”. Lunga vita al Re.

Dai blog