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L'arte dei muretti a secco e il reggae nel patrimonio Unesco

Davide Di Santo
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Cosa hanno in comune il reggae e i muretti a secco? La risposta l'ha data l'Unesco dichiarando entrambi patrimonio dell'umanità. Per l'organismo la musica giamaicana che ha avuto in Bob Marley il suo mito ed "evangelista" più autentico è stata iscritta oggi nella lista dei Beni Immateriali dell'umanità. Nella motivazione si esalta: "il suo contributo al dibattito internazionale su questioni di ingiustizia, resistenza, amore e umanità". Il Comitato intergovernativo della Convenzione Unesco sul patrimonio culturale immateriale ieri aveva iscritto "L'arte dei muretti a secco" nella Lista rappresentativa del patrimonio immateriale. Si è trattato di una candidatura di tipo transnazionale, che l'Italia ha presentato insieme a Cipro, Croazia, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera, si legge sul sito della Farnesina. La decisione unanime dei 24 Stati che compongono il Comitato, riunito in questi giorni a Port Louis nelle Mauritius, è un ulteriore riconoscimento del ruolo di primo piano del nostro Paese in ambito Unesco e dell'intensa e positiva collaborazione in materia culturale con i nostri vicini mediterranei.

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