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Kanye West fa infuriare i neri: "La schiavitù? È stata una scelta"

Davide Di Santo
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Nuova bufera su Kanye West. Dopo l'appoggio a Donald Trump, questa volta il rapper ha scatenato le polemiche degli afroamericani definendo la schiavitù "una scelta". Il marito di Kim Kardashian, celebre per non aver paura nell'esprimere le sue posizioni, durante due interviste rilasciate per la promozione di due album in uscita, non si è lasciato sfuggire l'occasione per scandalizzare il pubblico. "Avete sentito parlare di schiavitù per 400 anni. 400 anni? Sembra una scelta", ha detto a TMZ Live, la trasmissione del noto sito di gossip americano. "Siamo mentalmente in carcere - ha aggiunto - preferisco la parola 'prigionia', perchè 'schiavitù' è troppo collegata al mondo dei neri, così come l'Olocausto a quello degli ebrei". In un'altra intervista, rilasciata in radio a Charlamagne tha God, West ha ribadito il suo supporto al presidente Trump, spiegando: "Quando vedo un outsider infiltrato, immediatamente entro in connessione con lui". Il rapper è uno dei pochissimi afroamericani celebri a sostenere il magnate alla Casa Bianca. Poco dopo le interviste, vista la cascata di critiche arrivate sui social, Kanye ha scelto di precisare il suo pensiero su Twitter: "Per essere chiaro - ha scritto - naturalmente lo so che gli schiavi non sono stati incasinati e messi sulle barche con il libero arbitrio. Quello che penso è che se siamo rimasti in quella posizione, nonostante i numeri fossero dalla nostra parte, significa che eravamo mentalmente ridotti in schiavitù. Ci hanno tagliato le lingue in modo che non potessimo comunicare l'uno con l'altro. Non permetterò che questo accada anche a me". E ancora: "Il motivo per cui ho parlato dei 400 anni, è che non possiamo essere mentalmente imprigionati per altri 400. Abbiamo bisogno di pensieri liberi. Anche la mia dichiarazione ne era un esempio. Ancora una volta vengo attaccato per avere presentato nuove idee".

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