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La Corte dei conti non può indagare la Rai: ecco le inchieste sui vip che rischiano di finire nel nulla

Dal maxi-compenso di Fazio ai soldi usati per pagare registi e giornalisti esterni

Valeria Di Corrado
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Rischiano di finire nell'etere gli sprechi di denaro su cui sta indagando la Procura della Corte dei conti del Lazio, alla luce della sentenza emessa dai giudici contabili sul «caso» Saccà, Cattaneo, Meocci, Cappon. I fascicoli aperti sono tanti e «scottanti». A cominciare da quello sul compenso da circa 9 milioni di euro pagato a Fabio Fazio per condurre la trasmissione «Che tempo che fa?» su Rai1 per 4 anni. Tutto è partito dall'esposto che lo scorso 24 giugno il deputato Pd Michele Anzaldi, segretario della Vigilanza Rai, ha inviato alla magistratura contabile e all'Anac, sottolineando alcuni punti del contratto, che ha legato il noto conduttore alla Rai fino al 2021, su cui si potrebbe configurare un danno erariale al servizio pubblico televisivo: «Mancata applicazione della delibera del cda sulla riduzione del 10% dei compensi sopra i 240 mila euro; assegnazione parziale della produzione di "Che tempo che fa?" a una società esterna senza bando di gara; pagamento dei diritti per una trasmissione che va in onda in Rai da 14 anni... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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