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Tiziano Ferro torna con "Il mestiere della vita"

Katia Perrini
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Esce, domani, venerdì 2 dicembre, "Il mestiere della vita", nuovo album di Tiziano Ferro. Registrato tra Milano e Los Angeles, è disponibile in tutti i negozi di musica e store digitali. Oggi la presentazione delle 13 canzoni e del tour 2017 negli stadi: oltre 200mila i biglietti già venduti, e dopo Milano raddoppia anche Roma con due date allo Stadio Olimpico il 28 e 30 giugno. «Un disco scritto senza fretta, senza la pressione della scadenza, da solo nella mia camera, per capire se ciò che stavo facendo mi divertiva ancora come quando avevo 16 anni», racconta l'artista, con alle spalle oltre 10 milioni di dischi venduti nel mondo. L'elettronica e la programmazione ritmica sono protagoniste. Suoni spigolosi e asciutti, beat machines vintage e moderne scandiscono il ritmo del progetto, coadiuvate da sintetizzatori modulari. Nella cover del disco è rappresentata una ricostruzione urbana surreale liberamente ispirata alla città di Los Angeles. «È la mia copertina preferita. Rappresenta il percorso che mi ha portato al disco: sogno, realtà, spostamento geografico. È l'uomo che va al lavoro e si presenta, non si sottrae. E Los Angeles è stata inaspettatamente lo senario di questo album - commenta Tiziano - Ci ho messo dieci anni tra smettere di odiarla, capirla, trovarmici discretamente e voler prendere una casa. Non è un luogo: è una zona vasta del mondo. Se vuoi fare delle cose, lì puoi. Da noi si parla tanto, lì invece si fa tanto, c'è energia fresca». Il primo singolo estratto è "Potremmo ritornare", accompagnato da un video ufficiale che volge lo sguardo al grande cinema di Terrence Malick. Girato in California, tra Laguna Beach, Desert Beker e Desert Dunes, e diretto da Gaetano Morbioli, esalta attraverso la scelta del bianco e nero la scrittura intimista del brano. «È importante non chiudersi in un angolo, ma condividere. Anche se non sempre è facile, soprattutto per uno schivo e per nulla in sintonia con i social network come me - ha detto Ferro condividendo gli aspetti più intimi del suo rapporto con il pubblico - La responsabilità che sento verso chi mi ascolta, ormai da quindici anni, è non avere nessun tipo di paura ad esporre la mia ricerca personale, anche spirituale, e di mettere in discussione sempre tutto. All'inizio questo mi spaventava, mi chiudevo dentro le canzoni, che scrivevo "in difesa". Poi ho iniziato ad amare questo processo e a non temerlo». Il disco, che il cantautore descrive come «non omogeneo», contiene anche due duetti. Il primo è "My steelo", con la voce del rapper Massimiliano Cellamaro, meglio conosciuto come Tormento, e rappresenta un tentativo dell'artista di riappropriarsi delle sue radici. I due si conoscono da prima dell'uscita di "Rosso relativo", quanto Ferro era vocalist dei Sottotono: «Ero timido, insicuro e l'ultima ruota del carro. Dicevano che cantavo bene, ma mi trattavano malissimo»; secondo duetto presente nell'album è "Il confronto", una canzone parlata senza manierismi né rincorse all'acuto, assieme a Carmen Consoli. «È la mia cantante preferita, da sempre - afferma il cantautore - La ricordo già a Sanremo Giovani: comprai il suo album e ne rimasi affascinato. Penso sia la vera erede di Mina, perché ha quel gusto del canto meraviglioso ma istintivo, non pensato. Siamo simili, sono la sua controparte maschile».

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