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Meryl Streep incanta la Festa del cinema di Roma

Katia Perrini
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«Il film racconta delle nostre passioni, e di quello che facciamo per amore per sostenerci a vicenda. Cantare senza avere talento può essere un errore, ma è comunque divertente». Meryl Streep presenta Florence alla Festa del Cinema di Roma 2016 e, abbozzando qualche parola in italiano, racconta il suo personaggio: «Non ho mai interpretato un ruolo come questo, quindi mi sono preparata moltissimo per cantare come Florence. Lei era stonata, e lo sapevano tutti, ma non lo percepiva. Nella sua mente c'erano le note giuste: sentiva la musica del cuore». Florence Foster Jenkins era una ricca ereditiera dell'alta borghesia newyorchese, con un grande amore per la musica. Il suo sogno era quello di diventare un'importante cantante d'opera, ma non ne aveva la stoffa. Per tutta la vita, il marito e attore Clair Blayfield ha cercato di proteggere la moglie dalla dura verità: la gente rideva di lei, e la considerava una delle peggiori cantanti mai esistite. Il suo concerto più famoso è quello al Carnegie Hall, con più di tremila biglietti venduti. Dai grandi teatri alle presidenziali, ancora una volta un accenno alla politica non può mancare. «Credo che tra una ventina di giorni vedremo Hillary Clinton alla Casa Bianca, così tutte le voci sulla campagna sessista di Trump saranno messe a tacere: questa mi sembra una buona notizia». Poi torna al cinema: «Non leggo mai le recensioni dei miei film, perché ho paura di scoprire qualcosa di spiacevole. Anche io, come Florence, sono stata protetta dai giudizi negativi dei giornalisti. Mio ha marito mi ha sempre detto che i critici scrivevano solo elogi su di me: anche questo è un gesto d'amore». Le risatine di Meryl Streep sono contagiose, e ci confida: «Qualche volta mi dimentico le battute, e vado a sinistra invece di andare a destra. Non sono il mostro sacro che tutti pensano, e quando gli altri lo scoprono l'atmosfera sul set diventa più distesa». Vestire i panni di Florence Jenkins non è stato facile: «Mi sono preparata moltissimo con un coach della Metropolitan Opera, che mi ha insegnato le arie e le intonazioni. È stato entusiasmante, e nelle ultime due settimane ci siamo divertiti a far saltare qualsiasi canone. Quando il musicista che mi accompagnava nei miei esercizi si è messo a ridere, ho capito di essere sulla buona strada». Infine non manca un riconoscimento per il cinema italiano, con la Streep che rinnova il suo endorsement a Fuocoammare di Gianfranco Rosi. «Sono molto contenta che sia riuscito a vincere l'Orso d'Oro a Berlino. Credo che il film sia unico e che negli Stati Uniti sia necessario sensibilizzare sul problema dell'immigrazione. Le immagini di un bambino che soffre, dopo essere appena sbarcato, colpiscono al cuore gli americani, che non sono abituati a vivere il problema in prima persona. Il regista ci ha fatto entrare in questa tragedia, e ha descritto in modo umano il dolore di Lampedusa. Ha delle ottime possibilità per la corsa all'Oscar». La lotta per l'ambita statuetta è appena iniziata.

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