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Chirurgia, il ritocco diventa intimo

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Anche in Italia cade l'ultimo tabù e tra le donne c'è la corsa a ringiovanire le parti intime Il monito dei medici: «Occorre molta cautela»

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Il ritocco è diventato intimo. In Italia è caduto l'ultimo tabù e tra le donne c'è la corsa a ringiovanire o restringere anche «lì». Tanto che le richieste di lipostruttura del monte di Venere e delle grandi labbra, le iniezioni di acido ialuronico o grasso per ridare tono alla vagina, così come il modellamento delle piccole labbra o della loro riduzione, sono in aumento del 24%. Ma metter mano alla «Iolanda», per dirla alla Littizetto, è un intervento da valutare con molta attenzione. Pur rimanendo ancora un intervento di nicchia, secondo i dati dell'Associazione italiana di chirurgia plastica estetica (Aicpe), si tratta comunque di uno degli ambiti che negli ultimi anni ha avuto una crescita maggiore. E scatta il monito: «Ricorrere al bisturi per migliorare l'estetica dei genitali è una possibilità che deve essere valutata con moltissima attenzione - dice Giovanni Botti, presidente di Aicpe -. È necessario ponderare bene la possibilità di operarsi; l'intervento non deve essere affrontato con superficialità o solo perché è una "moda"». Importante è rivolgersi solo a chirurghi plastici esperti in questo tipo di interventi, in quanto si tratta di zone molto delicate, che richiedono un'accurata valutazione delle richieste delle pazienti e delle anomalie da correggere. «Ci vuole non solo esperienza, ma anche cautela nella programmazione degli interventi e precisione nei dettagli durante l'esecuzione. Negli ultimi due anni sono purtroppo aumentati i casi di pazienti già sottoposte a interventi che lamentano risultati scadenti, complicazioni e danni spesso difficilmente riparabili» afferma Gianfranco Bernabei, chirurgo plastico consigliere di Aicpe e presidente dell'Associazione Europea di Ringiovanimento e Chirurgia Plastica Estetica Genitale (Arpleg). Vero è che, trattandosi di zone non esposte alla luce del sole, viene da chiedersi da dove nasca la necessità di sottoporsi a un intervento chirurgico. «I motivi principali derivano da una sorta di imbarazzo in alcune situazioni intime o quando si indossano certi tipi di costume da bagno - afferma Botti -. La percezione di ciò che è normale deriva molte volte da quello che è di moda. E la moda oggi sembra richiedere la depilazione totale, situazione che rende più esposto - e visibile - ciò che di solito è nascosto. Depilare in modo totale o quasi le parti intime ha portato a porre attenzione sugli aspetti estetici del pube femminile, quindi a porre alcune richieste ad un chirurgo plastico». Infatti, le pazienti che chiedono questo tipo di operazioni hanno un'età che varia dai 20 ai 45 anni. Colpa delle abitudini: totalmente cambiate. E colpa anche della biancheria intima, diventata sempre più microscopica. Secondo il presidente di Aicpe però «operarsi solo perché è di moda o per compiacere il partner è del tutto sconsigliato». Spiega Botti: «Di solito alla base ci sono motivazioni psicologiche in alcuni casi accompagnate da un fastidio fisico. I problemi che possono derivare però da un intervento non correttamente eseguito in una zona così delicata sono però reali e anche seri». Per affrontare al meglio l'argomento e le tecniche di chirurgia plastica applicate alla chirurgia ginecologica, è nato un nuovo termine combinato: si scrive «ginecologia cosmetica - plastica» o «combo chirurgia» ma fa riferimento alla combinazione di chirurgia plastico-estetica ginecologica con la chirurgia vaginale riparativa e funzionale, che prevede la stretta collaborazione fra ginecologo, chirurgo plastico, proctologo, urologo».

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