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Tutti i colori del Colosseo

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Rosso e azzurro le tonalità delle decorazioni La direttrice dei lavori: «Scoperta straordinaria»

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Èstato un passato in technicolor quello dell'anfiteatro Flavio che, da ottobre, è nelle mani di esperti restauratori intenti a riportarlo ai vecchi splendori. Il Colosseo non era come lo vediamo oggi, dunque, ma dipinto con tonalità ocra, rosso, bianco e azzurro. Oltre ai vecchi colori, dal restauro sono emerse alcune scritte (anche pornografiche), segno del passaggio del pubblico che andava a seguire gli eventi sportivi. Bianco all'esterno grazie al marmo che copre la sua facciata. E all'interno rosso, come il sangue. Ma anche nero e azzurro. Così appariva il monumento nell'antica Roma. Lo hanno scoperto, grazie a pochi metri quadrati di decorazioni policrome rimaste intatte, gli archeologi e i restauratori che sono al lavoro su una galleria di servizio sul terzo livello. A occuparsi del «restyling» è la Soprintendenza speciale archeologica di Roma, guidata da Rossella Rea, che ha effettuato la scoperta nella galleria intermedia al terzo livello, a trenta metri d'altezza dal livello stradale. «Non ci aspettavamo - afferma Rea - di trovare decorazioni pittoriche in una galleria che fungeva da passaggio secondario, e dove addirittura ci sono degli urinatoi». Roma antica è un universo ancora inesplorato. Vederla oggi non rende giustizia alla qualità e all'eccezionalità delle decorazioni che un tempo la caratterizzavano. Nella luce e nelle forme i segreti di tanta ricchezza. La presenza di forme e simboli fallici la dice lunga sul pubblico che frequentava il Colosseo in età classica. «Tutti i monumenti ne sono pieni e il Colosseo non fa differenza – dice la Rea - Anche questa, però, è un'eccezionalità di questi ritrovamenti: sono gli unici esempi che abbiamo ritrovato nei piani superiori, mentre sono frequentissimi al piano terra. Si vedono chiaramente al di sotto dell'intonaco, quindi sono certamente di epoca tarda». In questi casi il nemico numero uno è certamente lo smog. Per questo gli esperti e i tecnici della Soprintendenza archeoloogica di Roma stanno facendo una vera e propria lotta contro il tempo. «Si tratta di una scoperta straordinaria perché le superfici intonacate superstiti rappresentano solo l'uno per cento del totale delle superfici del Colosseo – continua Rossella Rea – ma sono di fondamentale importanza perché rivelano un palinsesto di graffiti e disegni che, come nel caso di Pompei, sono determinanti per ricostruire la vita dell'anfiteatro nel corso della sua lunga storia. Fondamentale, quindi, salvare quel poco che resta e che è particolarmente minacciato dall'inquinamento atmosferico». Il restauro sui cento metri quadrati di galleria del terzo livello è iniziato a ottobre e sono stati completati 60 metri quadrati per un costo di 80 mila euro finanziato dalla Soprintendenza speciale per Beni Archeologici di Roma. E, a meno di sorprese, la galleria rimasta finora chiusa al pubblico, si potrà visitare già dalla prossima estate. Se le operazioni di consolidamento e di pulitura delle pareti dallo smog, procederanno secondo i tempi stabiliti, la riapertura del Colosseo al pubblico offrirà un'altra visione sulle meraviglie dell'anfiteatro. Tra gladiatori, leoni, sabbia e combattimenti, il Colosseo è il simbolo della classicità romana. Luogo di gioco e identità storica. Teatro di cambiamenti epocali e massacri. Piccolo mondo nel mondo dove Roma rispecchiava se stessa e giocava con la sua stessa identità. Centinaia di storici di tutto il mondo si sono misurati con i misteri dell'anfiteatro Flavio. E la sua «nuova» natura a colori ne incrementa il fascino.

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