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Veronica Meddi Come noi italiani abbiamo rovinato i nostri figli è il sottotitolo esplicativo dell'ultimo lavoro «Contro i papà» (Rizzoli, pag.

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Conlo stile dell'inchiesta giornalistica efficace perché diretta e asciutta nella sua semplicità, Polito tira le somme di una situazione ormai assurda e divenuta caricaturale. Bamboccioni i figli, disadattati alla competizione e al mondo di oggi, bamboccioni i padri, che pur essendosi ribellati ai propri padri, sono oggi obbedienti ai propri figli. Generazione di baby boomers, veri sindacalisti dei figli, spianatori delle loro strade ambiziose, dunque impervie, garantisti e tutelatori della felicità. Obiettivo fallito! Gli eredi sono infelici e non se ne sono nemmeno accorti. Nei grossi marsupi dei grandi canguri vengono accoccolati i cuccioli, destinati a rimanere tali a dispetto di un tempo che passa, al calduccio custoditi e portati a spasso per le impervie vie della vita. Educare significa condurre nel giusto modo e senza dimenticare la necessaria importanza della correzione. Chi deve correggere commette titanici errori, i padri-fratelli sono pericolosi perché divenuti ormai muri di gomma. L'amicizia o peggio, la fratellanza tra padri e figli ha impedito l'evoluzione sacra che nasce da un necessario scontro, affermarsi in contrapposizione di un modello preesistente prima imitato. I teneri papà sono colpevoli di aver fatto alle elementari i compiti ai loro viziati cuccioli, di aver cercato loro l'università più comoda e poi un impiego tramite conoscenze, per cercare di proteggerli dalle difficoltà di un Paese spartito in caste. L'unico vero antidoto all'ineguaglianza è proprio il successo. Antonio Polito suona la sveglia per tutti i «papàorsetto», condanna il modello «permissivista» che con un abbraccio, d'amore s'intende, ha soffocato, se non addirittura strangolato, l'Italia. Necessità e genialità, bisogno e talento sono gli ingredienti del progresso. Le leve dell'impegno e del sacrificio per superare la barriera dell'ineguaglianza sociale. Il padre deve essere un'ancora ma anche una bussola. La conquista si ottiene con il senso di dovere, di rinuncia, di responsabilità in prima persona da parte di chi vuole raggiungerla e non ci sono giustificazioni valide da far firmare ai poveri papà.

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