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INTORTIAMOCI Il cuoco: «I miei dolci?

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Sono tutta fantasia» «Essere come Valastro è un onore Il mio pregio vero è l'eleganza»

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Laprima cosa da fare per far sì che una torta riesca bene? «Partire da una base già buona. Un ottimo pan di Spagna è quello che ci vuole, e della consistenza giusta. Poi, ci vogliono una copertura e una rifinitura. Con una buona crema di burro il risultato è migliore». Da un punto di vista artistico? «Dipende dal progetto. Le decorazioni possono essere create anche qualche giorno prima, con pasta di zucchero, pasta per fiori. È poi devono essere applicate sulla torta. Le torte che faccio io sono sobrie. E per me va bene così, spero piacciano». Quale è il suo dolce preferito? «La charlotte ai frutti di bosco e mascarpone. Ho un caffè-torteria, con una vetrina in stile viennese. Con annesso un piccolo laboratorio. Le torte artistiche sono diverse». Lei vede Buddy Valastro? Sul canale siete «vicini di casa». Cosa ne pensa? «Senta, per me già solo essere paragonato a Buddy è una conquista. Lo vedo spesso. Le sue torte sono molto scenografiche, e saranno anche buone. Il gusto non lo conosco, vedo fogli di impasto di burro messi uno sopra l'altro, probabilmente è un gusto molto diverso da quello italiano». Noi italiani andiamo sul classico: passiamo dalla mimosa al millefoglie. Alcune torte non le sembrano troppo impegnative? «Diciamo che tutto è soggettivo. L'importante è che, ogni torta, sia adatta all'evento. Se è una torta per un matrimonio, è bene che sia elegante, total white. Può essere anche molto ricca perché, i decori, sono infiniti. E combinarli insieme, con una base di bianco, fa un bell'effetto». Quanto ha studiato per diventare pasticciere? «Da piccolo mi piacevano sia la cucina che l'arte. Mia madre, cuoca, era bravissima. Ma la facevo dannare per mangiare. Il pranzo era un tormento, così facevo prove di cucina dopo aver mangiato. E così ho comprato un caffè. La mia vetrina di dolci ha 30 tipi diversi di torte, pronte per essere mangiate. La parte artistica l'ho vissuta dopo, con libri inglesi e americani». L'ingrediente che non può mancare. «La fantasia. E il cercare sempre di essere originali e innovativi, per non ripetersi. Il che vale a dire che sperimento sempre cose nuove». A quale cuoco si ispira? «A Martha Stewart, a quello che faceva, così sobria ed elegante. Ho iniziato ispirandomi un po' a lei. Ho conosciuto anche colleghi molto bravi. E ognuno ha il suo stile». Il dolce più difficile da preparare. «Dal punto di vista artistico, la torta con tutti i personaggi Disney. Tutte le principesse, davvero tutte. E con Cenerentola che porta con sé anche topi e uccellini che la accompagnano. Alla fine è uscita fuori una torta di un metro e settanta». Quello più facile. «Il cup cake». Il rimprovero che fa più spesso ai suoi lavoranti. «Mi arrabbio quando ripetono lo stesso errore, che avevo già corretto. Fino alla terza volta va bene, ma la quarta no». Quale è la sua decorazione preferita? «Amo molto il modeling. Il fare personaggi e la loro caricatura, anche di fantasia. Mi piacciono quelle difficili, mi piace curare il dettaglio. La cura del dettaglio è tutto, mi affascina molto». Il programma sta avendo successo. Sono i suoi primi passi nella televisione? «Ho fatto qualche altra cosina: dalla collega del Gambero Rosso ad Alice, ma erano servizi veloci. E questo tipo di cose vanno fatte con calma. Sono cose abbastanza "semplici"». Cosa ne pensa degli ascolti? «La cucina affascina un po' tutti, dalla casalinga alla professionista, alla donna in carriera. È un modo di esprimersi creativo. Inoltre ci sono negozi in cui si possono trovare materiali e attrezzi vari. E tutto questo incuriosisce, dallo stampino a tutto il resto». Insomma, voi uomini chef state superando le donne anche nei dolci? «I grandi chef sono tutti uomini! I fornelli sono comunque un lavoro, che va fatto con dedizione. Certo, la decorazione, in mano a una donna, ha un non so che di romantico. D'altra parte anche noi siamo romantici e grandi poeti».

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