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Tutto Ennio Flaiano, raccontato in una retrospettiva

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Leparole di Suso Cecchi d'Amico sintetizzano la personalità di Flaiano come lui stesso avrebbe potuto fare con uno dei suoi celebri aforismi: un genio anticonformista nel cinema come nel giornalismo. Per questa ricorrenza, la Cineteca Nazionale gli dedica una retrospettiva che si tiene fino a domenica alla Sala Trevi. Non deve essere stato facile scegliere tra le 60 sceneggiature che Flaiano scrisse in circa trent'anni di attività, nei quali collaborò con registi come Rossellini, Antonioni, Monicelli. Sono una decina le pellicole che lo videro al fianco del regista riminese, tra cui spiccano capolavori come «8 ½», «La strada» e «La dolce vita». Preparando quest'ultimo film, che verrà riproposto sabato sera, Flaiano ebbe modo di notare i cambiamenti della città di Roma, trovandola «dilatata, distorta, arricchita». Ma le sue doti di pungente osservatore del costume risaltano in tante altre sceneggiature: stasera saranno proiettate «Le notti di Cabiria», «Peccato che sia una canaglia» di Blasetti e «La ragazza in vetrina di Emmer». Domani «La romana» di Zampa, «Dov'è la libertà» di Rossellini e «Calabuig» di Berlanga. Sabato «Giulietta degli spiriti» e «Le tentazioni del dottor Antonio», entrambi di Fellini. Domenica si chiuderà con «Un amore a Roma» di Risi, «Colpo rovente» di Zuffi e «Tempo di uccidere», nel quale Giuliano Montaldo ha trasposto, nel 1989, il romanzo omonimo di Flaiano. Valerio Bonolo

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