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Zero: «Tutti insieme senza protagonismi per la nostra gente»

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Maci pensate se una cosa così ci riuscisse, per esempio, a San Remo!?!? Ragazzi, quella sì che sarebbe una svolta per il nostro caro vecchio Festival! Aria nuova, vita nuova! Via tutta la muffa! Abbasso le lagne, viva l'emozione che nasce dalla musica e che ti tocca il cuore. Tutte le persone che sono venute il 22 settembre a Campovolo - artisti e pubblico - sono tornate a fine serata al proprio lavoro, alla propria vita, con qualcosa di più, una pepita di ricchezza in tasca. Basterebbe questo a rendere quella notte una notte specialissima per tutti. Personalmente ciò che mi sono riportato a casa è questa mia rinnovata ostinazione di esserci sempre quando l'Italia chiama. Se dovesse esserci un'altra chiamata, un'altra emergenza nella quale impegnarsi, non c'è tempo da perdere per decidere… Questo è il mio paese. Questa è la mia gente. Questa è un'emergenza. Questo sono io. Perciò si fa! Quello che in questi casi può fare la musica è rimarcare l'unità, cari amanti del monopoli e degli scacchi... Qualcuno si ricorda quel cantante un po' pazzerello vestito di lustrini e spruzzato di paillettes - che tanti anni fa - saliva su di un palcoscenico e interpretava con tutto il cuore una canzone che si chiamava "Arrendermi mai"? Io me lo ricordo eccome. E anche se è passato qualche lustro da allora quel cantante è ancora qui. Io sono nato artisticamente con l'idea di non accettare in silenzio le manovre di una sorte troppo spesso ingiusta e spietata. Le mie canzoni vengono quasi tutte dal "fronte". Troppo facile girarsi dall'altra parte, non guardare quello che non ci piace o che ci può disturbare. In tanti, per comodità e paura, lo fanno e da sempre. Non io. Sopratutto se a chiamare è una terra che è stata tra le prime a riconoscermi come artista serio e che non scherzava, al di là dell'apparenza. Ricordo ancora i nomi di tutti i locali in cui - tanti e tanti anni fa - risuonava ogni sera l'urlo di "Madame"… da Formigine alla Romagna. Ora Renato è tornato qui a restituire un po' dell'amore e della attenzione che ha ricevuto dalla gente dell'Emilia Romagna quando era ancora… Zero! Campovolo in una parola? Sognante. Perché tutti quella notte hanno sognato... una nuova vita per l'Emilia. Era il mio pensiero in quei momenti e anche quello dei tanti, illustri, artisti che si sono ritrovati sentendo l'attrazione verso questa gente e questa terra che ha subìto un cataclisma ma che ha immediatamente mostrato la sua voglia di ripartire. Soprattutto partendo da una istituzione chiave della vita di qualunque città e paese, a scuola: la vita va supportata ai suoi albori. E quale modo migliore di farlo che riaprire subito le scuole danneggiate? I giovani sono le facce del futuro. Sta a noi dargli tutti gli strumenti necessari per prendere il nostro posto quando arriva il loro tempo. La cultura è un paracadute magnifico. È l'aiuto di cui tutti hanno bisogno per superare le difficoltà che prima o poi la vita ci mette davanti. Per questo ci siamo tutti impegnati a fondo. E alla fine ci sentivamo tutti quanti un po' a scuola. Tanto è vero che per me - e sono sicuro pure per tutti gli altri che erano con me in quei giorni - uno dei simboli della nostra presenza qui è lo Scuola Bus che trasportava noi artisti da un set all'altro di Campovolo (zaini e merendine compresi). Voglio sottolinearla questa cosa: tutti gli artisti hanno dato il meglio di sé per solidarietà: un bel gesto. Solidarietà è una regione dell'Amore. Lambita dal mare dell'altruismo. Confina a nord con la sensibilità. Al centro con la coscienza. A sud con la determinazione. Questo il pubblico lo ha capito e ha risposto con grande passione. Se Campovolo ha compiuto un miracolo è stato quello di restituire agli artisti quella volontà di condividere il palco e di esibirsi insieme senza protagonismi. La musica fatta insieme viene meglio. Non c'è nessun dubbio. Gli artisti si incoraggiano l'uno con l'altro, si spronano a dare il meglio e si crea una corrente di energia fortissima. Che passa al pubblico. Chi c'era lo sa già, tutti gli altri potranno vederlo nel dvd... A Campovolo si respirava proprio questo: l'energiaesagerataaaaaaaaaa! Un urlo che è partito dallo stage e si è propagato a tutti gli spettatori. E ce n'erano tanti! Centocinquantamila… un numero che da solo fa paura. È meno impressionante se li conti uno per uno. È anche più giusto e gratificante. Mamma mia come li conti li conti… sono tanti lo stesso! © Bompiani Rcs Libri Spa

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