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Nel cinema d'antan la Città Eterna che non c'è più

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Ladesolazione delle periferie, i quartieri pittoreschi del Centro. È quello si legge nel libro «Roma, si gira!», di D'Avino e Rumori (Gremese, pp. 190), con la prefazione di Enrico Vanzina con un ricordo del padre Steno. Basti un esempio per raccontare la produzione di Pier Paolo Pasolini. Nel film «Accattone», in via Aldo Manunzio, oltre al protagonista che dà il nome al film (interpretato da Sergio Citti), si sono Cartagine (Roberto Scaringella) e Balilla (Mario Cipriani). Tutti e tre intenti a fare furti, mentre un'auto dei carabinieri li insegue. La scena è girata a Testaccio ma attualmente, i «villinetti» che inquadra Pasolini, sono scomparsi. Oppure, nello stesso film, uno scorcio del Pigneto. È Ponte Sant'Angelo a fare da sfondo al film «Poveri ma belli»: Salvatore, il protagonista, fa il cascamorto con le turiste. Mentre è in via di Santa Maria in Monticelli il set ideale per la casa di Nando, il protagonista dell'esilarante «Un americano a Roma»: solo i negozi accanto hanno cambiato le loro insegne. Ne «I soliti ignoti», la casa di Totò, il «capo squadra», visibile nel film, è stata demolita. Altro capolavoro, altro scenario. Un salto indietro nel tempo ce lo fa fare «Bellissima» di Visconti, che raffigura l'antica linea Stefer. E se i trasporti hanno di gran lunga cambiato il proprio percorso, è anche vero che gli stabilimenti di Cinecittà che si vedono nel film non sono cambiati affatto. E se al Centro - tranne i negozi e qualche albero in più - è rimasto più o meno lo stesso, non si può dire altrettanto della periferia: e di ciò il film «La Dolce Vita» offre più di un esempio. Mentre Mastroianni torna a casa dalla fidanzata Emma, sullo sfondo l'attuale Montagnola, arricchita di palazzi e complessi di recente costruzione. Lo stesso vale per la Roma del 1951 di «Guardie e ladri»: Totò scappa mentre Aldo Fabrizi lo rincorre. E dove, se non nella recente Circonvallazione Salaria? Nei dintorni? Il nulla, se non baracche, prati e strade polverose. Lo stesso vale per «Ladri di biciclette»: l'ufficio di collocamento è al Tufello, e stupisce la scarsa (o inesistente) presenza del verde. Il libro ha una sua storia. Nasce dal sito www.davinotti.com, per esperti cinefili. «Dal web - ha commentato Mauro D'Avino - la passione per le location si è evoluta». E se D'Avino assicura che prima quella che ora definiamo periferia «ora non lo è più», Lorenzo Rumori ha assicurato che «le ricerche sono state difficoltose, non sempre semplici ma, se dovessi trovare una particolarietà al volume nominerei l'inseguimento di "Guardie e ladri"». Chissà se tra un paio di decenni riguarderemo «Mangia, prega, ama» (sebbene non ci renda giustizia) o «To Rome with love» di Woody Allen per vedere come è cambiata la città.

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