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Un carabiniere in pensione contro l'apocalisse

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C'èdi che ingozzarsi con questo pasticcio di generi cotti e stracotti nell'ultimo romanzo di Luigi De Pascalis, Il nido della fenice (La Lepre, 2012). Parliamo di un giallo fantascientifico, ecco spiegato lo scatenamento di mezzi. Inutile dirlo, lo scenario è apocalittico: calotte polari che s'assottigliano, centrali nucleari che esplodono in mille Fukushima, sconvolgimenti climatici che ora sommergono ora desertificano il pianeta. Mezza Europa affondata. Nell'altra mezza imperversano guerre sanguinolente. Da noi non va meglio. Dove non hanno potuto i leghisti, hanno potuto le scosse sismiche: lo stivale sbrindellato in un insieme d'arcipelaghi, a nord è nata la Padania e la Roma ladrona è diventata un pantano. Umanità fantomatiche vagolano in un mondo addomesticato e premasticato di merci sintetiche. Tutto è cibernetico, informatico, ologrammatico, anche l'iPad è diventato l'olopad. Passato e futuro sono aggrovigliati in una molteplicità di andirivieni e collisioni. Heléna, la direttrice-Musa del dionisiaco Troian Resort di Pantelleria, è la versione postmoderna scaduta di Elena di Troia. Il cameriere è un biorobot che sostituisce il lavoro umano. E ci sono gli optimates clonati e di serie A, con le ovvie ricadute gerarchiche. Poche, sparute, anime in pena sono gli ultimi baluardi di un'umanità “autentica”. L'ex carabiniere in pensione Saladino Rizzitano, ad esempio. Protagonista di questo incubo che corre nell'anno 2084, è chiamato insieme all'amico poetante e dandy a risolvere un assassinio rituale a Pantelleria, e mica facile in questo minestrone distopico. Per sfamare anche i dietrologici, la detective story ambientata nell'isola ancora vergine cela un collegamento a un'inespugnabile piattaforma galleggiante, New World (Huxley mica si poteva non citarlo). È il bunker dei cattivi alias “potere economico mondiale”. La loro descrizione sembra un miscuglio clandestino di editoriali di Noam Chomsky e manifesti Posthuman: le multinazionali sono spietate, gli oligarchi disumane, le holding avide registe di una dittatura omologante, che schiavizzano schiere d'umani acquiescenti. Bella gatta da pelare insomma. Gli amici detective del futuro la pelano simpaticamente. E un filo d'ironia aiuta a digerire l'abbuffata da riferimenti fantascientifici multipli.

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