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Omaggio a Jerry Lewis sulla Croisette

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Econ «Method to the Madness of Jerry Lewis» (Metodo per la follia di Jerry Lewis) presentato ieri nella sezione Cannes Classique il regista Gregg Barson, l'unico a cui il comico ha permesso di seguirlo dietro le quinte, rivela segreti inediti di una leggenda vivente. Dalle interviste esce un candido Jerry Lewis in filmati mai visti prima e contributi da parte di alcuni dei nomi più grandi di Hollywood, come Steven Spielberg, Quentin Tarantino, Eddie Murphy, Jerry Seinfeld, Woody Harrelson e molti altri. Barson esplora il comico superstar da una prospettiva nuova e inaspettata sugli 80 anni di carriera del re della risata, per Godard «più innovvativo di Chaplin e Keaton». Viaggiando per il mondo con un uomo sempre più vivace e carismatico si scopre che, nonostante i suoi 85 anni, Lewis insegna come rimanere sempre giovani e felici. Dagli anni dell'infanzia passati sul palcoscenico al sodalizio con Dean Martin (il Dino Crocetti di origine italiana) fino ai successi delle su canzoni, dei suoi film anche da regista, la vita di Jerry è tutta una favola. Nonostante qualche by pass, le vertebre spezzate a causa delle sue memorabili piroette, una meningite e un'obesità improvvisa, lui se la ride ancora con le su geniali battute cult. Una per tutte? «A causa dei fumetti, facevo tardi a scuola e, a forza di far tardi, dovetti frequentare la scuola serale di mattina, all'alba». Oppure: «Mi ci aveva pizzicato una volta uno di questi pizzi-canalisti. Mi disse che avevo una doppia personalità e mi chiese 400 dollari. Gliene diedi 200: gli altri 200 chiedili al mio doppio", gli dissi». Sempre nel segno di quell'essere clown che fa scoprire la curiosità del bambino che è in ognuno di noi. Din. Dis.

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