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«La felicità? È una questione di aspettative.

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Oggiè considerato una miseria»: Paolo Bonolis, ospite d'eccezione del Festival della Felicità, spiega che il problema non è solo economico, ma soprattutto psicologico. Albertone diceva: «Maccarone tu m'hai provocato, io ti distruggo, me te magno». Oggi invece il «maccarone» può provocare quanto gli pare, ma sembra che nessuno se lo mangi più. Bonolis porterà la sua trasmissione televisiva «Il senso della vita» al festival: il 26 maggio alle 21,30 ne farà una versione teatrale. Proporrà un'intervista fotografica al sindaco di Firenze Matteo Renzi, parlerà con Kathleen Hartington Kennedy e avrà tanti altri ospiti. «La felicità non dipende da quello che hai, ma da quello che senti - afferma Bonolis - È uno stato mentale. Dipende da come ti disponi alla vita. Mio padre, per esempio, in tempo di guerra scaricava il burro al mercato e mia madre faceva la segretaria, ma erano felici e anche io ero felice con loro. Molto dipende dalle aspettative. Se diventano sempre più alte, non sei mai felice». E oggi? «Sono contento di quel che ho, non voglio di più». Nell'incontro del 26 «faremo anche una classifica con il pubblico dei cinque buoni motivi per essere felici». E sulla trasmissione di Canale 5: «Il senso della vita è un'esperienza conclusa in tv, che ha vita in queste occasioni», ha spiegato. «Le condizioni generali sono peggiorate e anche la tv paga il dazio di un periodo di cambiamenti - ha aggiunto il conduttore - Il Paese sta vivendo un periodo di difficoltà, ma rinunciare per questo a essere felici è un doppio danno. La felicità è un attimo, è difficile inquadrarla come una costante. Tanto vale affrontare il nemico con il sorriso sulle labbra». A.A.

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