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«Racconto la strage di Capaci con gli occhi della scorta»

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Incontemporanea con il film della Rai su Borsellino, che andrà in onda il 22 maggio su Raiuno. Partiamo dal titolo: può ricordarne il significato? «Queste parole sono prese dalla vedova Rosaria Schifani. Lei disse: "Vi perdono ma mettetevi in ginocchio". Ci fecero un libro nel 1992 con Schifani e Cavallaro che si intitolava così». Gli uomini che lo accompagnarono erano 7, ci sono le testimonianze dirette dei 4 carabinieri sopravvissuti? «No. Mi sono affidato al libro e alla collaborazione di Tina Montinaro, la moglie del caposcorta, con episodi sentiti. Aldilà della geografia solita che siamo abituati a vedere». Una curiosità. Quali documenti avete utilizzato oltre al libro? «Il libro, le cronache dei giornali, le storie. La Montanaro è venuta sul set per il film. Alcuni sono sconosciuti, Massaro e Iannone (per la sceneggiatura, ndr) vorrei fossero citati». Lei è il regista. Un'immagine del set? «Sono anche il produttore in questo caso. Con la regione Sicilia e La7: si fa così, alla fine si prende un produttore. È stato un progetto che ho proposto a Ruffini fino a dicembre. Un'immagine? Be', quando abbiamo ricostruito questa incredibile immagine del cratere sotto l'autostrada. L'abbiamo ricostruita in modo molto veritiero». Il film-tv punta l'obiettivo sugli uomini della scorta. Oltre a Falcone le tre vittime furono Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani. Come mai questa decisione? «Sono i dimenticati. Lo diciamo così con un cartello a inizio film. E non si capisce il perché. All'inizio sbagliavano anche i cognomi, senza precisare. Non trovavo niente di più giusto e di più importante da raccontare. È importante quello che hanno fatto Falcone e Borsellino ma questi ragazzi? Ho utilizzato nel film il discorso che il cardinale Pappalardo fece ai funerali. Disse: "Se le armi sono queste a cosa servono le scorte". Cambiare il punto di vista narrativo mi sembra importante. Senza essere tetri. E con le musiche degli Stadio. Ci terrei a dire una cosa». Prego. «La partecipazione è abbastanza gratuita. Ringrazio Bollicine ed Edi che sono rispettivamente le produzioni di Vasco Rossi e degli Stadio. E tutti, della troupe: anche l'ultimo dei macchinisti ha preso la metà della paga. Ringraziamenti a chi è venuto gratis. I musicisti e Ghini. E i protagonisti: Rea, Montinaro e Silvia D'Amico. È una giovane attrice di 24-25 anni».

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