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Cremonini «Canto la politica della comicità»

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Laprossima settimana uscirà il suo quarto album da solista, «La teoria dei colori». Cesare Cremonini, il titolo dell'album è tutto un programma. Cosa si nasconde dietro la sua «Teoria dei colori»? Mi sono reso conto di aver attraversato finora molti generi musicali diversi: dal rock al jazz, dalla musica latina all'elettronica. Il nostro progetto è eclettico e nel titolo volevo restituire tutta la positività e la creatività. Ascoltando i nuovi brani, balza agli occhi l'amore come tema dominante. È un'impressione sbagliata? L'amore è una delle cose più importanti della vita e attraverso di lui reagiamo a tutto quello che ci circonda. Nelle mie canzoni d'amore non c'è solo la vita privata ma anche il sociale. Considero l'amore lo specchio dei tempi, la cartina di tornasole per leggere il presente. Come sta l'amore in un periodo storico difficile come questo? Da una parte gli stiamo dando importanza, dall'altra lo stiamo sciupando. C'è una rincorsa a motivazioni che non sono affatto nostre. È come se subissimo il condizionamento di qualcun altro. La bonus track disponibile su iTunes è «She belongs to me» di Bob Dylan. Perché ha voluto rendere omaggio al menestrello di Duluth? Perché il sarcasmo di Bob Dylan in generale e di questa canzone in particolare è senza precedenti. A parte qualche eccezione in Mogol e Battisti, il sarcasmo è uno dei motivi rari da trovare nelle nostre canzoni. Per questo Dylan è un modello da seguire. La ricerca dell'ironia torna nel tema del suo primo singolo «Il comico (sai che risate)». Per lei chi è il comico? È una figura centrale nella nostra cultura. In tutte le situazioni c'è sempre quello che fa il buffone e ti fa vedere la realtà sotto una luce diversa. E in Italia la figura del comico è centrale anche dal punto di vista politico. A proposito di comicità e recitazione, un paio d'anni fa è stato il protagonista maschile de «Il cuore grande delle ragazze», il film diretto da Pupi Avati con Micaela Ramazzotti. Cosa le ha lasciato quell'esperienza cinematografica? Mi ha arricchito tantissimo e ha allargato i miei orizzonti. Pupi Avati è una di quelle persone che arricchisce chi la incontra. È uno sguardo sul mondo completamente diverso. Nella sua vita il cinema potrebbe mai prendere il posto della musica? La mia vita è la musica. Il cinema potrà essere al massimo la mia seconda laurea.

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