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«Assurdo sperperare l'investimento sul contemporaneo»

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Comesarebbe stato assurdo dissolvere il Festival di Roma, 7 edizioni con una spesa attorno a 10 milioni ciascuna». Renato Nicolini, l'inventore dell'effimero - un'idea per la cultura che da trent'anni dà frutti in tutto il mondo - proprio non capisce le vischiosità che in questi giorni attanagliano due vicini di casa, il Museo del Contemporaneo e la kermesse cinematografica dell'Auditorium. Lo storico assessore dell'Estate Romana parla a Il Tempo a ridosso della presentazione all'Ara Pacis del libro scritto con Piero Lo Sardo, «L'oro della memoria», riflessioni su come restituire dignità alla visita di un museo o di un parco archeologico. Nicolini, che cosa nuoce al MAXXI? Forse un nome che lo fa impallidire, come diceva di certi luoghi Elias Canetti. MAXXI significa il massimo e museo del XXI secolo. Ma quando si ideava, il XXI secolo non era cominciato. Insomma, incarnava una grande aspettativa per il futuro. Aspettativa delusa? Piuttosto progetto doveroso per fare di Roma capitale internazionale del contemporaneo. Nello stesso tempo si lavorava al Macro e all'Azienda Palaexpò. Un modo, e un investimento, per spezzare quello che Bonito Oliva chiama l'impero delle sette sorelle sull'arte di oggi. Perché se si eccettua il Centre Pompidou di Parigi, gli altri templi, dal Moma al Guggenheim, sono in Usa. Beh, oggi non credo ci sia più questo sentimento. A dettare la linea culturale restano gli States. Peccato, perché altrove credere a certi poli ha fruttato. Il museo di Bilbao ha fatto aumentare il Pil del 2 per cento. Chi ha sbagliato nel museo di Zaha Hadid? Chi ne ha fatto una fondazione per raggranellare i soldi che lo Stato non ha. Dopo un impegno di 160 milioni il MAXXI andava sostenuto. Invece il budget pubblico è partito con 6 milioni e poi ridotto a due. Pio Baldi è stato costretto a rassegnare le dimissioni. Gli si rimprovera di non aver trovato investitori. Non è un manager. Li trovi Monti, con i suoi legami internazionali. Lo stesso Resca non va al di là dei cartelloni con lo slogan "se non li visitate li portiamo via"... Che ne pensa di una sinergia Parco della Musica-MAXXI? Fuortes, alla guida dell'Auditorium, è economista serio. Ma più che un'unica Fondazione vedrei una collaborazione attenta alla diversa vocazione del MAXXI, che non può ospitare tutto. Ok per esempio a perfomance visive, teatrali. O all'idea di Müller di installarvi davanti una grande tenda. Già, Müller, nodo infine sciolto. Ha un'idea del cinema al passo con i tempi. Le liti su di lui legate al fatto di essere spinto da Alemanno e Polverini. Il disegno di estendere il Festival anche al Centro, ai Fori, e a Cinecittà, è importante. Mi fa ripensare a quanto diceva Quintino Sella: Roma dev'essere un'università principalissima». Li. Lom.

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