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«Prenditi cura dei tuoi ricordi»

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I consigli del Museo della Fotografia Storica di Roma per conservare le immagini dei nonni e i vecchi scatti

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Inregalo un vademecum per la conservazione domestica dei materiali fotografici, nelle sale del Museo della Fotografia storica-Iccd, a Roma, via di San Michele 18, dalle 09 alle 19.30. Quale tecnica si nasconde dietro le foto del trisavolo e come si conservano le raccolte di foto antiche che abbiamo in casa? Come preservare le stampe all'albumina o le attrezzature fotografiche dei nonni? Lo scopriranno i visitatori che dal 1° maggio vorranno partecipare all'iniziativa «Prenditi cura dei tuoi ricordi». I fotografi dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Conservazione (MiBAC) aiuteranno chi porterà vecchie fotografie a identificarne tecniche e materiali e a recuperarne una visione nitida; collaudati suggerimenti pratici che consentiranno di conservare ancora a lungo quelle immagini. Ma l'offerta d'aiuto si estende anche alle attrezzature fotografiche di poche o molte decine d'anni fa: i visitatori riceveranno un identikit e i tecnici preciseranno la loro funzione, l'epoca di circolazione e gli accorgimenti di manutenzione. Ai visitatori sarà consegnato un vademecum per la conservazione delle vecchie fotografie. Oltre 600 gli opuscoli distribuiti durante la recente edizione di «Prenditi cura» nei giorni della Settimana della Cultura. «Le fotografie sono fragilissime e necessitano di cura - spiega Laura Moro, direttore dell'Iccd- ma non si tratta solo di prendere in considerazione gli aspetti materiali. La consapevolezza della necessità di conservare correttamente le fotografie come beni materiali, presuppone il riconoscimento del loro valore culturale: come memoria intima, personale, familiare, ma anche come documento storico e quindi come memoria collettiva, come prodotto della cultura di un'epoca». L'iniziativa «Prenditi cura dei tuoi ricordi» è anche occasione speciale per rivedere il salone del Museo Archivio della Fotografia Storica che vanta una delle più belle collezioni di attrezzature fotografiche d'epoca rappresentative dell'evoluzione tecnica a partire dagli anni '40 dell'Ottocento fino alla metà del secolo successivo e alcune tra le più antiche e cospicue collezioni fotografiche. I fotografi dell'Iccd sono a disposizione del pubblico per illustrare dettagli ottici, meccanici e storici delle apparecchiature esposte. Il prezioso laboratorio (www.iccd.beniculturali.it) sarà aperto al pubblico (con ingresso libero) per favorire la conservazione e la corretta custodia di antiche fotografie e attrezzature fotografiche. Esperti dell'Istituto centrale per il catalogo e la documentazione saranno a disposizione per identificare tecniche, metodologie, materiali e fornire suggerimenti pratici per la loro conservazione e corretta custodia, nonché per ricondizionare vecchie immagini deteriorate o sbiadite con metodologia digitale. Per ogni oggetto (o serie di oggetti) esaminato verrà compilata e consegnata una "cartella clinica" nella quale sono indicati i materiali costitutivi, le tecniche esecutive e le precauzioni conservative, e sarà inoltre offerto un vademecum per la conservazione delle vecchie fotografie. La Fototeca Nazionale, fondata nel 1892, costituisce una delle più ricce e articolate raccolte fotografiche svolte nel corso del tempo dal Gabinetto Fotografico (attuale Laboratorio fotografico) di cui si possiedono i negativi. Il patrimonio vanta 400 mila immagini in bianco e nero, frutto delle campagne fotografiche; 700 mila foto in bianco e nero (solo stampe); 20mila fotocolor; 100mila cartoline storiche del fondo Ferro Candilera; 50mila stampe fotografiche del fotografo Max Hutzel, di cui 10mila sono consultabili solo per ricerca. Intanto non mancano le raccomandazioni per la salvaguardia del proprio archivio fotografico. In primis, controllare le condizioni ambientali (preferibilmente intorno ai 20°); usare guanti di cotone bianco quando si maneggiano foto e negativi; conservare le lastre di vetro sempre in verticale; è preferibile non fotocopiare gli originali, meglio duplicarli in digitale. È importante e urgente recuperare quegli archivi di immagini che si sono conservati in un cassetto ma che hanno bisogno di essere rivalutati. Disporre un elenco di tutto quello che si è enumerato consente di non disperdere il proprio patrimonio culturale e affettivo, meglio se si riescono a segnalare date e luoghi in cui sono state fatte le foto.

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