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di Lidia Lombardi Come Lucifero «punita» per l'atto di insubordinazione? Viene da pensarlo a proposito della «indisciplinata» Isabella Santacroce.

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Loha deciso il comitato direttivo del Premio - Tullio De Mauro e Valeria della Valle della Fondazione Bellonci, Giuseppe D'Avino e Alberto Foschini di Strega Alberti Spa, Dino Gasperini, assessore alla Cultura del Comune di Roma, Alessandro Barbero, Melania Mazzucco e Ugo Riccarelli premiati nelle precedenti edizioni, Giuseppe De Rita e Fabiano Fabiani, due giurati. La lista dei candidati è uscita che ormai era sera, segno forse di appassionato dibattito in via dei Fratelli Ruspoli, una volta salotto pariolino di Maria Bellonci, ora sede della Fondazione che ne porta il nome. La decisione, comunque, è stata presa all'unanimità, recita il comunicato del Premio. E davvero a sorpresa il libro della Santacroce non è entrato a far parte della dozzina che affronterà il giudizio dei 400 Amici della Domenica (più i 60 «lettori forti» segnalati dalle librerie indipendenti). Eppure la ex-cannibale pubblica con Bompiani il suo romanzo «più maestoso», come recita il risvolto di copertina di «Amorino». Eppure era presentata da due Amici della Domenica del calibro di Enrico Ghezzi e Angelo Guglielmi. Vai a capire se è stata proprio la casa editrice di Moravia a premere per l'esclusione, preoccupata del «fuoco amico» che «Amorino» avrebbe potuto sparare contro «Il silenzio dell'onda» del magistrato-giallista Gianrico Carofiglio, pubblicato dalla consociata in Rcs, la Rizzoli, e presentato addirittura dal direttore del Corrierone, Ferruccio De Bortoli, in coppia con Rosellina Archinto. Entrano in lizza, come da copione, gli altri tre vasi di ferro, pubblicati dai grandi gruppi editoriali. Addirittura Segrate schiera due suoi autori pur sotto marchi diversi: Alessandro Piperno con «Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi» (Mondadori, presentato da Giorgio Ficara e Raffaele Manica) e Marcello Fois con «Nel tempo di mezzo» (Einaudi, presentato da Marino Sinibaldi e Domenico Starnone). E Ponte alle Grazie - intruppata in Gems, la holding di Mauri Spagnol (Garzanti, Bollati Boringhieri, Longanesi, Salani, eccetera) - se la gioca con «Qualcosa di scritto» di Emanuele Trevi, presentato da un raffinato autore quale Raffaele La Capria e da Francesco Piccolo. Poi ce l'hanno fatta quattro piccoli editori. Sono le capitoline Cavallo di Ferro di Romana Petri che concorre con l'excursus nella storia italiana del Novecento de «La sesta stagione» di Carlo Pedini presentato da due critici di vaglia come Arnaldo Colasanti e Renato Minore; Perrone Editore con la storia d'amore de «La logica del desiderio» di Giuseppe Aloe voluto da due big della «Dante Alighieri» Walter Mauro (che di Perrone è presidente) e Alessandro Masi; Nutrimenti, con «Malacrianza» di Giovanni Greco, proposto da Paolo Di Stefano e Gabriele Pedullà. Vi si aggiunge la toscana Transeuropa che concorre con la tragicomica epopea padre-figlio de «La rabbia» di Marco Mantello, scelto da Lorenzo Pavolini e Raffaella Morselli. Gongola un altro editore romano, Newton Compton: dopo tanti rifiuti negli scorsi anni mette in corsa un libro già vendutissimo, l'inquietante «La colpa» di Lorenza Ghinelli. Dalai Editore piazza «Così in terra» di Davide Enia, romanzo di formazione finalista pure al Bancarella che ha il beneplacet di Roberto Alajmo e Gianni Borgna. Fandango Multimediale del produttore cinematografico Domenico Procacci entra con «La scomparsa di Lauren Armstrong» di Gaia Manzini, che ha nel latinista Luca Canali e in Giuseppe Patota i presentatori. Infine, un grande della poesia e della critica letteraria in versione di romanziere: è l'italianista Giorgio Manacorda in gara con «Il corridoio di legno» (Voland editore, presentato da Enzo Golino e Claudio Strinati). La nuova puntata, ovvero la votazione per la cinquina, in casa Bellonci, il 13 giugno. La finale al Ninfeo di Villa Giulia il 5 luglio. E davvero mediaticamente avrebbe fatto colpo la provocante Isabella Santacroce. Ve la immaginate scolarsi la bottiglia gialla del beneventano liquore Strega, lei che compare a seno nudo e bocca rossa in tante immagini nella Rete? Sodale e coautrice di Gianna Nannini, usa dire che «mi odiano perché mi temono». Anche per questo si era messa autarchicamente in gioco nel più importante premio letterario italiano. Furbamente, nella controcopertina di «Amorino» Bompiani ha usato il giudizio espresso 13 anni fa da Cesare Garboli in «Libri e autori del Secondo Novecento»: «È una prosatrice di altissima qualità, ipnotica, incantatoria, e sotto tutti gli aspetti stupefacente». Anche nelle omissioni: perché dalla chiosa di Garboli è stata espunta la prima parte, che suona così: «Si piglia terribilmente sul serio, non sa raccontare...». Però questo suo nuovo romanzo di misteri e di gemelle fattucchiere in un villaggio inglese del 1911 allo Strega ci sarebbe stato bene.

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