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Scorsese, Hanks Roberts e Wyler stregati da Roma

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Mail grande boom cinematografico la Città Eterna lo ha vissuto dal dopoguerra in poi, con il Neorealismo. Da «Roma città aperta» (1945) di Rossellini a «Sciuscià» (1946) di De Sica che due anni dopo ha allestito un altro set romano per «Ladri di biciclette». E ancora, «Guardie e ladri» (1951) di Monicelli, «Lo sciecco bianco» (1952) di Fellini che poi girò nella Capitale il cult «La dolce vita» nel 1960 (stesso anno in cui De Sica girò «La ciociara»). Nel 1953 Roma fu consacrata agli americani con il memorabile «Vacanze romane» di William Wyler che tornò a Roma sei anni dopo per il kolossal «Ben-Hur». Tantissimi i registi stranieri che sono venuti a lavorare nella Capitale: Michael Lehmann per «Hudson Hawk - Il mago del furto» (1990), John Frankenheimer per «L'anno del terrore» (1991), Martin Scorsese per «Gangs of New York» (2001), Steven Soderbergh per «Ocean's Twelve» (2004), Ron Howard per «Angeli e demoni» (2009), fino ai recenti Ryan Murphy per «Mangia, prega e ama» (2010) e Mikael Håfström per l'horror «Il rito» (2011). Senza dimenticare la scena cult di «Mission Impossible 3» lungo le mura del Vaticano nel 2006. D. D.

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