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Una sezione della mostra di Urbino offre suggestioni pasquali.

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Eancora, il martirio inflitto a Cristo visto da Mantegna e da Francesco di Giorgio Martini. Si inseriscono nella rassegna dedicata alla Città Ideale perché vi domina l'architettura e il martirio di Cristo resta in secondo piano, parentesi di un'impassibile vita urbana. La scelta del taglio visuale suscita da decenni interrogativi. Chi sono i tre personaggi che parlano in primo piano nel capolavoro di Piero della Francesca?. Su di uno Alessandro Marchi, curatore del catalogo Electa, non ha dubbi. «La veste è blu e giallo oro, i colori dei Montefeltro. L'uomo all'estrema destra della tavola non può che essere della famiglia ducale». E il giovane biondo, a piedi scalzi? C'è chi azzarda l'ipotesi che sia un greco, un orientale. Marchi s'appella alla testimonianza più antica, risalente al '500, ritrovata negli archidi di Palazzo Ducale, secondo la quale si tratta di un altro Montefeltro, Odantonio. Lo storico dell'arte si sofferma anche su un'altra opera esposta, «La nascita della Vergine» di Fra Carnevale, urbinate. Anche qui l'episodio che dà il titolo al quadro è sullo sfondo. In evidenza gli abitanti nelle chiacchiere quotidiane, nella caratterizzazione dei gesti. La tempera è finita al Metropolitan di New York. Se la vendettero i Barberini negli anni Trenta. Favoriti dal permesso di Mussolini di liberarsi del fidecommisso. Li. Lom.

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