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De Liberato da Chieti a New York (senza spintarella)

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Esenza segnalazioni né raccomandazioni, scelto tramite internet solo per la qualità della sua ricerca, insomma per pura meritocrazia, parola quasi sconosciuta nel nostro paese. Per chi non lo sapesse, il Lincoln Center è il centro leader mondiale nel settore delle arti performative, può vantare cinque milioni di visitatori all'anno e raccoglie 12 organizzazioni artistiche, con teatri, sale ed auditorium, del calibro del Metropolitan Opera, New York City Ballet, New York City Opera, New York City Philarmonic, ecc. Ecco la bella storia di Luciano De Liberato, classe 1947, grande ma appartato pittore astratto, chiuso tutto il giorno a lavorare ai suoi magnifici intrecci nello studio di Chieti e collegato al mondo solo tramite internet. In molte opere, dipinte con l'ossessione della perfezione, gli intrecci posti davanti ai nostri occhi sono anche un fascio di nervi e una rete di connessioni neuronali, l'immagine complessa di un pensiero labirintico che pensa se stesso tutto colmando e saturando, fino a perdersi nel risuonare di echi senza fine del colore. Ci sono tensioni, scontri di forze, innesti traumatici, il tutto però ricondotto negli autonomi equilibri del puro linguaggio pittorico. Assai raramente c'è una temperie calma e pacificata. La seducente sontuosità del colore unita ad un'implacabile esattezza compositiva ha un che di sovrumano che suscita inquietudine, nell'ansia di una perfezione che va ben oltre quella raggiungibile con la tecnologia. Amareggiato dalla miopia del piccolo mondo dell'arte italiano, dopo avere esposto nel Padiglione Italia dell'ultima Biennale di Venezia l'artista abruzzese ha deciso di puntare maggiormente sull'estero. E così è entrato nel sito online del mitico collezionista e gallerista Charles Saatchi, riscuotendo subito un grande successo. Proprio attraverso questa costante presenza, le sue opere sono state notate anche negli Usa. «Nel dicembre dello scorso anno – racconta De Liberato – ho avuto sul mio sito una visita da New York molto approfondita. Il giorno dopo, con una mail il direttore dei servizi creativi del Lincoln mi comunicava che avrebbero gradito utilizzare una mia opera come immagine per il Festival 2012, che avrà almeno un milione di spettatori. Ed ognuno di loro avrà fra le mani il catalogo delle manifestazioni, con la mia opera "Red" onnipresente. Nella home page del Festival hanno pure messo il mio sito, anzi lo hanno duplicato, visto che è previsto un enorme numero di visite. È incredibile notare che quando racconto questa vicenda in Italia nessuno sembra disposto a credere che non ci sia di mezzo alcuna conoscenza o raccomandazione». E così il prodigioso intreccio di strisce rosse piene di energia vibrante, dipinte da De Liberato, sta per conquistare New York mentre i galleristi italiani con gli occhi offuscati dalla crisi si lasciano scappare un artista del genere. Gab. Sim.

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