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«Il mistero di Edwin Drood» un giallo nei secoli

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«Ilmistero di Edwin Drood» (Gargoyle, pag. 336), pubblicato per la prima volta postumo nel 1870, è il giallo più intrigante nella storia della letteratura, un'opera che l'autore non è riuscito a terminare a causa della morte improvvisa. La trama ruota intorno alla misteriosa sparizione del giovane e facoltoso protagonista del libro, Edwin Drood, prossimo alle nozze con Rosa. Lo zio Jasper, anche lui innamorato della ragazza, comincia a indagare. Edwin è stato assassinato? E se è stato ucciso, da chi? È intorno a questo interrogativo che si sviluppa il romanzo, complicando quella che, solo in apparenza, sembra una trama gialla delle più classiche. La vicenda si infittisce di intrecci, le pagine si affollano di personaggi equivoci, di situazioni e luoghi che hanno il gusto dell'esotico. La suspense cresce e inchioda alle pagine il lettore che si ritrova coinvolto in un complicato gioco intellettuale, raccontato con uno stile inedito in cui, però, ritornano le caratteristiche tipiche della scrittura di Dickens. Il romanziere inglese, tra i più popolari della storia della letteratura di ogni tempo, capace di creare storie immortali con una scrittura abile e comprensibile a tutti. Ne «Il mistero di Edwin Drood» ritroviamo la straordinaria resa realistica, evidente nelle descrizioni di alcuni personaggi minori (come quelle del venditore all'incanto e sindaco Mr. Sapsea, del filantropo Mr. Honeythunder, del cupo muratore Durles e del suo aiutante «Deputy»). Ma l'enigma, alla fine, rimane senza soluzione e la scomparsa avvolta nel mistero. Decine di autori nel corso del tempo hanno tentato di mettere la parola fine alla storia di Edwin risolvendo il mistero; altri hanno invece proposto rielaborazioni letterarie. Quest'anno, nel bicentenario dalla nascita del grande Dickens, la casa editrice Gargoyle ha deciso di rendere omaggio al genio dello scrittore inglese e a tutti gli appassionati del genere riproponendo il romanzo nella prestigiosa traduzione dell'anglista Stefano Manferlotti. Si tratta della prima traduzione italiana in assoluto, quella di maggiore autorevolezza per la sua fedeltà al testo dickensiano.

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