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Se la metafisica è la ricerca di «non so cosa»

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Inentrambe le situazioni dobbiamo "scoprire", l'assassino, di solito, nel "giallo", il non sappiamo che, nella metafisica. Infatti, l'indagine metafisica ha nel corso dei secoli perduto il suo "oggetto". Potremmo semplificare rudemente sostenendo che cerchiamo, indaghiamo, non sappiamo perché, con sappiamo che, non sappiamo chi, ma cerchiamo, indaghiamo. Il filosofo estremo di questa stravagante condizione dell'uomo odierno fu e resta Martin Heidegger, e di questa problematica si occupa Philippe Capelle Dumond, «Filosofia e Teologia nel pensiero di Martin Heidegger» (Queriniana). Ripercorriamo il testo, eccellente. Martin Heidegger da giovane fu credente. Successivamente fu... Chi fu dopo il non essere credente Martin Heidegger, ecco la ricerca che Capelle Dumond si impone e ci propone. Heidegger si rende conto che la Scienza non oltrepassa il reale, non ne interroga il significato, lo conosce e si limita a conoscerlo. Ma, per Heidegger, la conoscenza non deve fermarsi alla esplorazione del reale. In quanto alla Storia, essa, legata al Tempo, di certo svolge il reale, tuttavia non ci basta questo svolgimento, questo procedere, questo scorrere del Tempo. Heidegger, dunque, non si appaga delle concezioni storicistiche, che risolvono il reale nella Storia, neanche si appaga del circoscrivere la conoscenza alle cose, alla scienza. E comincia il romanzo giallo, un romanzo giallo nel quale tutto ha il colore giallo. Non sappiamo che cerchiamo, chi cerchiamo, se cerchiamo un chi o un che, se quel che cerchiamo si ritrae, se questo ritrarsi di quel che cerchiamo segnala la presenza di chi si ritrae. Per comodità semplifichiamo, con il rischio di forzare Heidegger, la sua concezione, e usiamo termini convenzionali. Immaginiamo la nostra epoca come quella in cui Dio non appare evidente. A prima vista questo significa che Dio non esiste o che non dovremmo investigare oltre la Scienza e la Storia, che sono ben presenti. Per Heidegger un tale atteggiamento sarebbe negare la filosofia, un non pensare, il pensare non consiste, nel fermarsi alla soglia del reale, ma viaggiare al di sopra, non sappiamo dove, verso che, verso chi, in ogni caso non contentandoci di sostare su questa Terra privandoci della tensione interrogativa sulla esistenza di quanto esiste.

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