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Canto il problema del mutuo per i giovani indifesi

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Ecco,questa è la realtà che abbiamo ereditato, e l'acquisto di una tana tutta tua è il momento in cui passi dall'ingenuità della post-adolescenza alla maturità: ti rendi conto di come gira il mondo, e capisci anche che la casa che sogni ti costerà il doppio dei soldi rispetto al suo valore. La mia ricerca è durata cinque anni: io e il mio partner la desideravamo a Firenze, e solo dopo tutto questo tempo ci siamo riusciti. Una casa insieme è anche un investimento sull'amore. I ragazzi che non riescono a dare garanzie sul proprio futuro non possono sognare di tornare, a sera, tra le braccia di chi ami. Non c'è lavoro, la situazione è cambiata rispetto a dieci anni fa, in peggio, si parla di "flessibilità" come se il mercato consentisse davvero di scegliere fra un'occupazione e l'altra. E invece quando ti licenziano sai già che non sarai ricollocato. Ecco perché ho voluto dedicare questo brano sanremese a Oliviero e Stanislao, due ragazzi che sono con altri sulla Torre di Milano dopo la soppressione dei vagoni letto: curiosamente, ma io questo l'ho scoperto dopo, è la stessa dedica che ha fatto Celentano nella prima serata del festival. La differenza tra noi e i Paesi che trainano l'Europa è che qui gli ammortizzatori sociali non funzionano, una volta che sei fuori ci resti, con buona pace degli scenari previsti da Monti. Io, per il momento, posso contare su una carriera fotunata, ma il mutuo che ho sottoscritto, naturalmente senza alcuna agevolazione, durerà per 25 anni. E dovrò rimboccarmi le maniche, e sperare di godere sempre dell'attenzione del pubblico. Mi sono anche posta la domanda sulla mia creatività: potrei mai cantare o scrivere qualcosa che non mi convince fino in fondo, magari una cosa facile solo per portare a casa la pagnotta? E mi sono risposta di no: rimarrei ingabbiata per sempre in questo sistema. Non voglio essere il dolce preconfezionato nella fabbrica dei cioccolatini. E sono fiera di aver messo nella strofa della canzone la descrizione di questa che «chiamano realtà, questa confusione di dubbie opportunità, questa specie di libertà, grande cattedrale, ma che non vale un monolocale».

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