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Celentano e la Rai La guerra di Sanremo

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Ospite Adriano: libertà di parola e niente spot Mazza: «La Lei non lo vuole». Giallo sul compenso

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No,non è un refuso. Avete letto bene. Celentano, non nuovo a certi surreali strafalcioni (memorabili quelli scarabocchiati sulla lavagna di "Fantastico", millenni fa), ha scritto sul suo blog un messaggio ultimativo a Gianmarco Mazzi. Gli ha dato un "out out" (era un aut aut, ma va bene lo stesso) perché il direttore artistico di Sanremo trovi una via d'uscita onorevole (con tanto di "prove" da mostrare) dal pasticcio sulla partecipazione del Molleggiato al Festival. Una grana mica da poco, scoppiata nelle scorse 72 ore, e che vede fronteggiarsi il dg Rai Lorenza Lei e il Clan. Con la direttorissima a proclamare che Adriano è "fuori" dal Festival, il direttore di Raiuno Mazza prima a smentire e poi a confermare di aver ricevuto un comunicato simile dai vertici di Viale Mazzini, e il Clan con in testa Claudia Mori a a rivendicare i patti "verbalmente" già sottoscritti: che prevedono libertà di espressione assoluta per gli interventi dal palco, e almeno per il primo di questi la sicurezza che nessuno spot interrompa il monologare del Re degli Ignoranti. Il punto di scontro è ovviamente quello: gli inserzionisti saranno pure disposti a pagare a peso d'oro la visibilità sanremese, ma una cosa è vedersi piazzati a metà di una "rivelazione" del profeta del pop, un'altra dopo una canzone così così, quando milioni di italiani si staccano dal rito telefestivaliero per un'agognata e rapida sosta al bagno. A Celentano e ai suoi non va giù che, di fronte all'incaglio della "libertà di parola", meglio se continuativa, la Rai contrapponga una sorta di controllo preventivo (lamentando pure di non aver ancora ricevuto dall'artista ospite la bozza definitiva del contratto), e che qualche fonte di stampa indichi cifre importanti per il suo compenso, anche se da destinare in beneficenza. Gira la voce di un milione e duecentomila euro (Fiorello aveva intascato trecentomila a puntata per quattro sere, e l'indicazione di massima era quella), ma Adriano tuona: "Effimeri giochetti sul mio cachet: bella figura faranno quei giornalisti quando si saprà quanto realmente prendo!". Quello che a sera era certo era il giro di veline interne ai piani alti della Rai. Ecco Mazzi: «Mazza mi scrisse che per la Lei Celentano è fuori», e più tardi: «Per me Adriano sarà libero di dire ciò che vuole». Non bastasse, nella polemicona si infilava il vicepresidente della Commissione di Vigilanza, il pieddino Merlo: «La presenza del Molleggiato è importante e decisiva, purché nel rispetto delle regole». Replica dell'interessato: «Mai messo in discussione il codice etico Rai, ma l'unico che rispetto è quello di mamma e papà!». Comunque vada a finire, dal tourbillon scatenatosi attorno all'ex residente della via Gluck emergono alcune questioni: 1) L'ingaggio di Celentano era stato annunciato alla conferenza stampa di presentazione di Sanremo da Gianmarco Mazzi, apparentemente all'insaputa di quasi tutti, Morandi compreso. Un colpaccio che il direttore artistico sognava da anni, ma che rischia di trasformarsi in un mezzo boomerang. Se la superstar a questo punto si defilasse, cosa ne penserebbero gli inserzionisti che hanno già pagato i loro spot? 2) Il bailamme su Adriano di fatto delegittima Morandi, che a questo punto della vicenda fa la figura di un comprimario, mentre è il presentatore che (con il giochino da copione del mezzo intronato dell'anno scorso) ha pur sempre portato a casa un'audience colossale, contro ogni previsione. 3) Che sia sapientemente orchestrata o meno, la controversia pompa nuova attenzione attorno al nuovo cd di Celentano, uno dei suoi migliori della tarda carriera, ma già di suo in testa alle classifiche. 4) Nell'anno della sobrietà nazionale, il giallo sul maxicompenso non giova all'immagine del Festival: se davvero Adriano pretende scenografie costose, costumisti a parte e cotillons forse è il caso di prendere seriamente in considerazione l'opposizione della Lei. 5) A meno di un mese dalla kermesse, aumenta l'impressione che i timonieri di Sanremo abbiano combinato troppi casini nella rotta. Abbiamo tuttora pendenti le questioni di due brani in odor di squalifica, e una delle signore che avrebbero dovuto affiancare Morandi - l'ereditiera Ecclestone - è stata fatta scendere in corsa perché si comportava come una ragazza viziata. Bastava fare una gita a Montecarlo per rendersene conto. Prima.

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