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I fratelli Taviani in gara alla Berlinale. Jolie è ospite

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Saràinvece «Farewell, My Queen», film drammatico del regista francese Benoit Jacquot ad aprire il 9 febbraio la 62esima edizione della Berlinale (presieduta quest'anno dal cineasta britannico Mike Leigh): la pellicola, con l'attrice tedesca Diane Kruger nei panni di Maria Antonietta, è un adattamento cinematografico del romanzo del 2002 «Les Adieux a la reine» della storica francese Chantal Thomas. Oltre a Kruger, nel cast ci sono Lea Seydoux nei panni di Sidonie Laborde e Virginie Ledoyen in quelli della Duchessa di Polignac: il film racconta la rivoluzione Francese, vista però dalla servitù della reggia di Versailles. Meryl Streep riceverà l'Orso d'Oro alla Carriera e il premio le sarà consegnato il 14 febbraio dopo la proiezione del suo ultimo lavoro «Lady di Ferro», in cui interpreta il ruolo di Margaret Thatcher. Tra gli altri film in gara, spiccano «Aujourd'hui» di Alain Gomis; «Barbara» di Christian Petzold con Nina Hoss; «Gnade» di Matthias Glasner; «Jayne Mansfield's Car» di e con Billy Bob Thornton, Robert Duvall, John Hurt e Kevin Bacon; «L'enfant d'en haut» di Ursula Meier con Lea Seydoux; «Meteora» di Spiros Stathoulopoulos; «Tabù» di Miguel Gomes con Ana Moreira; «Csak a szel» di Benedek Fliegauf; «Was bleibt» di Hans-Christian Schmid. E per Berlinale Special «In The Land Of Blood And Honey» di Angelina Jolie, appassionata storia d'amore tra il serbo Danijel ed Ajla e una donna bosniaca di fede musulmana, durante la tragica guerra che ha insanguinato la Bosnia-Erzegovina dal 1992. Il film dei Taviani, distribuito da Sacher e prodotto da Kaos con Rai Cinema, è invece ambientato nella Sezione di Alta Sicurezza del carcere di Rebibbia: come attori i suoi detenuti, dei quali alcuni segnati dalla fine di pena mai, e come storia quella del Giulio Cesare shakespeariano rappresntato con sucesso nel carcere. Di giono e di notte, nelle celle, nell'ora d'aria e nei bracci della Sezione, attraverso prove sempre più dure i detenuti vengono coinvolti nel profondo dalla grande tragedia. Din. Dis.

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